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13.09.2022
DOCUMENTO DI SINTESI SU COME COMBATTERE LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NELL'UNIONE EUROPEA
La criminalità organizzata rappresenta una grave minaccia per la sicurezza interna dell'Unione europea e per la sicurezza dei nostri cittadini. La criminalità diffusa erode la fiducia nelle società e nelle autorità e ostacola la vita quotidiana delle persone oneste. È una minaccia per il nostro mercato interno, per la libertà d'impresa e per la crescita economica. Provoca inoltre danni finanziari all'Unione e ai suoi Stati membri e minaccia pertanto di perturbare fortemente lo Stato di diritto e, di conseguenza, il funzionamento delle nostre democrazie.
Secondo l'ultima valutazione "Serious and Organised Crime Threat Assessment" (SOCTA) di Europol, oltre il 70 % delle reti criminali è attivo in più di tre paesi. Inoltre, la violenza usata dalle reti criminali è aumentata in frequenza e gravità, con un'indifferenza nei confronti dei danni causati a terzi innocenti. Europol sottolinea che la criminalità organizzata all'interno dell'UE rappresenta una minaccia grave per i cittadini e le nostre società come mai prima d'ora. La criminalità organizzata è di certo una questione transfrontaliera e una preoccupazione europea comune.
Se vogliamo avere successo nella lotta alla criminalità organizzata e smantellare le reti criminali (comprese bande, mafia, clan familiari, gruppi di ladri e rapinatori), dobbiamo cooperare in modo più efficace, sia all'interno dell'UE sia con i partner internazionali nonché con i settori pubblico e privato, ove pertinente, adottando un approccio chiaro e audace. Una comprensione comune della minaccia della criminalità organizzata e dei fenomeni collegati, nonché delle controstrategie, è vitale per una lotta efficace contro la criminalità organizzata. In tal senso, la decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio relativa alla lotta contro la criminalità organizzata dovrebbe essere rivista al fine di stabilire una definizione comune di criminalità organizzata.
Sei reti criminali su dieci usano la violenza come parte integrante delle loro attività criminali. La violenza è principalmente attribuita al traffico di stupefacenti, dove il 40 % delle reti criminali è coinvolto nel contrabbando, nella produzione e nella vendita di sostanze illegali. Il 60 % dell'eroina di tutto il mondo viene immesso sul mercato europeo. Il mercato della droga sostiene un'economia sommersa con un giro d'affari multimiliardario. Alcuni Stati membri, ad esempio i Paesi Bassi, sono sia i principali paesi produttori di stupefacenti sia i principali punti di importazione e distribuzione di stupefacenti per il mercato dell'UE nel suo insieme, poiché i consumatori di droga si trovano in tutta l'UE. Pertanto, la lotta al traffico di stupefacenti è una questione transfrontaliera per la quale gli Stati membri hanno una responsabilità condivisa e necessitano del coordinamento dell'UE.
La tratta di esseri umani, sia a scopo di sfruttamento sessuale, sfruttamento lavorativo o prelievo di organi, è al centro delle attività della criminalità organizzata, con enormi profitti per i criminali più intraprendenti. Un approccio a più livelli che consiste nel seguire il denaro e nella raccolta e condivisione intelligente dei dati e un codice penale a tolleranza zero devono essere al centro dei nostri sforzi per porre fine a questa forma di schiavitù moderna.
Questo mette in luce anche la grave questione della corruzione a tutti i livelli della società nell'Unione. Uno studio recente stima che il 60 % delle reti criminali sia coinvolto nella corruzione. La corruzione consente alle reti criminali di ottenere informazioni o di accedere o infiltrarsi in porti e aeroporti e di oltrepassare i valichi di frontiera per contrabbandare stupefacenti e armi o per trasportare persone illegalmente nell'Unione europea. Non solo minaccia la sicurezza interna dell'Unione, ma anche lo Stato di diritto.
Sebbene la libertà di circolazione sia una delle più grandi conquiste della cooperazione europea, le frontiere aperte sono sfruttate anche dalle reti criminali per attività criminali transfrontaliere. Per salvaguardare la libertà di circolazione in tutta l'Unione è quindi fondamentale affrontare il problema della criminalità organizzata transfrontaliera in modo più efficace.
Più del 50 % dei presunti membri di reti criminali nell'UE sono cittadini di paesi terzi, di cui la maggior parte proviene dai Balcani occidentali, dai paesi dell'Europa orientale e dal Nord Africa. Ciò conferma che la cooperazione con i paesi terzi deve migliorare al fine di combattere la criminalità organizzata fin dalla radice e garantire l'effettivo allontanamento dei cittadini di paesi terzi che rappresentano una minaccia per la sicurezza interna dell'Unione.
Il Gruppo PPE è l'unica forza politica del Parlamento europeo in grado di fornire un approccio orizzontale e multidisciplinare per combattere la criminalità organizzata e garantire sicurezza ai nostri cittadini.
La motivazione principale alla base di quasi tutte le forme di criminalità organizzata è il guadagno economico. In quanto tale, una componente chiave della politica per contrastare la criminalità organizzata deve essere quella di garantire che la criminalità non paghi. Attualmente, tuttavia, i provvedimenti di congelamento e confisca riguardano, rispettivamente, appena il 2 % circa e l'1 % dei proventi della criminalità organizzata, lasciando così il 99 % dei proventi a disposizione dei boss della criminalità in tutta Europa. Ciò è in parte dovuto all'accesso limitato alle informazioni sugli interessi finanziari e sui proprietari economici, nonché al limitato scambio transfrontaliero di informazioni. I criminali sono inoltre riusciti a sfruttare la frammentazione nell'applicazione delle norme antiriciclaggio dell'UE tra gli Stati membri. Pertanto, le autorità di contrasto e le autorità fiscali devono essere dotate di migliori strumenti operativi e investigativi per "seguire il denaro" e confiscare tempestivamente i profitti da attività illegali. Azioni decise per il recupero dei fondi, anche attraverso sequestri preventivi ed equivalenti, possono scoraggiare le reti criminali organizzate dal commettere frodi ai danni dell'Unione e dei suoi Stati membri, tutelandone in tal modo gli interessi finanziari. Inoltre, deve essere sviluppato un forte meccanismo di coordinamento tra le unità di informazione finanziaria nell'UE, con l'obiettivo di raggiungere maggiori norme dell'UE comuni e la piena attuazione delle norme dell'UE sul reciproco riconoscimento della confisca e del sequestro di proventi da reato.
Alcuni tipi di criminalità organizzata di stampo familiare sono spesso responsabili di un gran numero di frodi in materia di prestazioni sociali. All'interno dello stesso clan o della stessa famiglia, dove i membri rivendicano anche la protezione sociale, possono esserci un'elevata ricchezza e il possesso di immobili, auto di lusso e altri beni. In tali indagini, e con l'individuazione di un'elevata ricchezza inspiegabile all'interno della famiglia o del clan, l'onere della prova dovrebbe generalmente spettare ai sospettati.
"Seguire il denaro" dovrà significare anche prendere di mira la leadership delle reti criminali e coloro che traggono beneficio economico dalla corruzione, consentendo alle reti criminali di utilizzare rotte di contrabbando verso e all'interno dell'UE. Interrompere i guadagni economici della criminalità dovrebbe essere una priorità.
È evidente che le reti criminali utilizzano varie misure per riciclare denaro o nascondere le loro attività illegali dietro l'attività di entità legali. Il pacchetto antiriciclaggio, proposto nel luglio 2021, comprende la proposta di un nuovo regolamento in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (AML/CFT) e una sesta direttiva AML/CFT, nonché l'istituzione della nuova Autorità per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo (AMLA). Negli ultimi anni la reputazione dell'Europa ha sofferto a causa di una serie di scandali di riciclaggio di denaro di alto profilo. È ormai evidente che l'individuazione dei beni al fine di rintracciare i casi in cui i beni sono stati acquistati con denaro "sporco" rimane "difficile" nonostante le molteplici revisioni della normativa antiriciclaggio. Non si è ancora capito come i fondi di origine non chiara possano essere utilizzati per l'acquisto di beni considerevoli in tutta l'UE. Sono necessari miglioramenti significativi nell'individuazione dei titolari effettivi finali di società, beni di elevato valore e immobili, nonché una migliore applicazione dei controlli sulla legalità dei fondi utilizzati e l'adeguata verifica della clientela. Pertanto, il Gruppo PPE invita a una rapida e piena attuazione del pacchetto antiriciclaggio, compresa la tempestiva adozione delle proposte legislative, al fine di affrontare le carenze della legislazione attuale e di rafforzare il funzionamento del quadro antiriciclaggio nella pratica.
Le reti criminali organizzate abusano consapevolmente dell'infrastruttura amministrativa giuridica, ad esempio delle procedure di rilascio di una licenza o di appalto, per promuovere le proprie attività illegali. Data la mancanza di scambi transfrontalieri di informazioni tra le autorità amministrative competenti e l'applicazione incoerente delle norme antiriciclaggio in tutta l'Unione, i gruppi criminali possono trasferire le loro attività tra gli Stati membri con relativa facilità ed evitare di essere perseguiti penalmente. Perciò, oltre alla già esistente cooperazione giudiziaria e di contrasto tra gli Stati membri, il Gruppo PPE chiede una maggiore cooperazione transfrontaliera delle autorità amministrative per prevenire e combattere l'infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia legale.
Un registro completo e pubblico dei titolari effettivi impedirebbe l'uso illegale dei soggetti giuridici. Il Gruppo PPE sostiene la proposta della Commissione del luglio 2021 di creare un'Autorità per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo dell'UE. Il Gruppo PPE chiede che la futura AMLA fornisca assistenza alle autorità di vigilanza nazionali per migliorare la cooperazione transfrontaliera e il relativo scambio di dati, rendendole così più efficaci, e che supervisioni alcuni dei soggetti obbligati del settore finanziario transfrontaliero più rischiosi. Inoltre, l'Unione deve garantire la piena applicazione delle norme dell'UE in materia di AML/CFT alle criptovalute per prevenirne l'eventuale utilizzo a fini di riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo. L'uso delle criptovalute da parte delle reti della criminalità organizzata è diventato un'area di crescente preoccupazione a causa dell'assenza di un quadro normativo comune e del livello di anonimato offerto da questi prodotti. Sebbene la blockchain consenta già una buona tracciabilità delle transazioni, dobbiamo prestare particolare attenzione alle tecnologie che mirano a oscurare le fonti dei finanziamenti così come agli intermediari che si trovano all'intersezione tra la cripto-attività e il normale sistema finanziario.
L'uso delle criptovalute non è un problema isolato per l'Europa. Come tale, il Gruppo PPE ritiene che l'UE debba avviare e guidare i dibattiti verso la creazione di un quadro internazionale comune con paesi affini, come gli Stati Uniti, l'Australia e il Regno Unito, per contrastare l'uso di criptovalute per scopi illegali.
La frode fiscale è un settore in cui il danno arrecato dalla criminalità organizzata è particolarmente significativo. La Corte dei conti europea ha evidenziato carenze nella legislazione in materia di controlli doganali e nella relativa applicazione che si traducono in un'armonizzazione, una valutazione dei rischi e uno scambio di informazioni insufficienti in tutta l'Unione. Ciò crea opportunità affinché la criminalità organizzata defraudi di reddito l'Unione e i suoi Stati membri.
Un'altra componente importante delle frodi riguardanti le entrate è la frode in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA). Nel 2019 il livello del divario IVA è stato stimato a 134 miliardi di EUR. Le frodi in materia di IVA come la "frode carosello" hanno un impatto diretto sul bilancio degli Stati membri, nonché sulle risorse proprie basate sull'IVA e quindi sulla composizione delle entrate dell'Unione europea. Il Gruppo PPE ribadisce l'importanza della digitalizzazione e di una cooperazione rafforzata al fine di ridurre rapidamente le frodi in materia di IVA, in particolare quelle carosello. Una maggiore cooperazione tra le autorità fiscali, una migliore disponibilità dei dati, la digitalizzazione basata su norme o normative comuni sono le uniche opzioni per ridurre i costi economici legati alle perdite fiscali, in parte causate anche dalla criminalità organizzata. Il Gruppo PPE si attende che venga attuata la proposta legislativa della Commissione di modernizzare il sistema dell'IVA, compreso il rafforzamento di Eurofisc.
Per lottare più efficacemente contro le frodi che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, il Gruppo PPE chiede l'istituzione di una banca dati centrale e interoperabile a livello di Unione che elenchi tutti i beneficiari delle sovvenzioni dell'UE poiché ciò migliorerà significativamente l'identificazione dei frodatori e il recupero dei fondi da parte delle autorità di contrasto.
Le sanzioni per la partecipazione alla corruzione devono essere proporzionate al danno arrecato allo Stato di diritto nell'Unione europea, scoraggiando nel contempo la corruzione futura. Gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati ad aumentare le sanzioni per corruzione nella loro legislazione nazionale.
Secondo il Global Corruption Barometer 2021, il 32 % dei cittadini dell'UE pensa che la corruzione sia aumentata nel proprio paese. Un altro 44 % pensa che sia rimasta uguale. Nel 2017 la Commissione europea ha annunciato che avrebbe interrotto la relazione dell'UE sulla lotta alla corruzione, spiegando che la prima (e unica) relazione del 2014 aveva fornito la base necessaria per il lavoro futuro. Tuttavia, poiché la corruzione sembra essere peggiorata nell'Unione europea dal 2014 e mancano ancora quadri giuridici armonizzati a livello di Unione per combattere la corruzione, il Gruppo PPE è favorevole alla reintroduzione della relazione dell'UE sulla lotta alla corruzione. È fondamentale che il quadro giuridico dell'UE sia armonizzato meglio per combattere la corruzione a tutti i livelli della società nell'Unione. A tale proposito, il Gruppo PPE chiede urgentemente alla Commissione di valutare le misure attuali e, ove necessario, di proporre una nuova normativa.
Europol è una delle più importanti agenzie dell'Unione europea in materia di prevenzione, risposta e contrasto della criminalità organizzata. La riforma in corso del mandato dell'agenzia rafforzerà ulteriormente la sua capacità di sostenere gli Stati membri nella lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera, in particolare consentendo a Europol di sostenere gli Stati membri nell'identificazione delle persone legate a gruppi della criminalità organizzata ad alto rischio e stabilendo regole chiare per l'elaborazione di grandi serie di dati. Il Gruppo PPE ritiene inoltre che all'agenzia debba essere conferito un ruolo operativo esteso e che la stessa debba diventare una forza di polizia operativa. Ciò richiederà una modifica dei trattati, ma sarà fondamentale disporre di un'agenzia operativa in grado di avviare indagini sulla criminalità organizzata transfrontaliera che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza interna dell'Unione e di assistere efficacemente gli Stati membri nelle loro indagini sulla criminalità organizzata. È essenziale che Europol disponga delle risorse umane e finanziarie sufficienti per svolgere i suoi compiti attuali e futuri.
È altrettanto importante che Eurojust sia rafforzata al fine di facilitare le indagini e il perseguimento penale delle reti criminali organizzate. Prendere di mira la leadership di tali reti criminali al fine di smantellare dette reti richiederà maggiori risorse e una più stretta cooperazione transfrontaliera.
L'Agenzia dell'UE per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL) svolge un ruolo importante nel fornire agli agenti di polizia le competenze e le abilità necessarie per affrontare le sfide mutevoli poste dalla criminalità organizzata. Il Gruppo PPE invita pertanto le autorità di contrasto in tutta l'Unione a usufruire della formazione fornita dall'agenzia.
La Procura europea (EPPO) e l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) rivestono entrambi un ruolo cruciale nell'indagine e nella persecuzione dei reati contro gli interessi finanziari dell'UE, tra cui la frode, la corruzione e l'uso improprio dei fondi dell'UE. A tale riguardo, il Gruppo PPE incoraggia tutti gli Stati membri a partecipare all'EPPO.
Il Gruppo PPE accoglie con favore l'intenzione della Commissione di rafforzare il mandato dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) al fine di garantire che l'agenzia possa svolgere un ruolo più importante nell'individuare e nell'affrontare le sfide attuali e future legate alle droghe illecite nell'UE.
Il rafforzamento di queste agenzie esistenti e la garanzia del loro sostegno operativo agli Stati membri sarà fondamentale per la lotta comune contro la criminalità organizzata nell'Unione. In tal senso, il Gruppo PPE invita la Commissione a garantire la piena attuazione dei regolamenti pertinenti, a riesaminare periodicamente il funzionamento della cooperazione tra le agenzie e gli Stati membri e, se del caso, a presentare proposte per garantire una buona cooperazione tra le autorità giudiziarie e le autorità di contrasto. Inoltre, è essenziale che le agenzie dispongano delle risorse umane e finanziarie adeguate per svolgere i propri compiti.
L'operazione Sentinel è un'operazione guidata da Europol volta a contrastare le frodi a danno del fondo europeo per la ripresa dopo la COVID-19 e che coinvolge l'EPPO, Eurojust e l'OLAF. Il Gruppo PPE sostiene pienamente l'operazione al fine di garantire che l'iniziativa NextGenerationEU continui a sostenere gli Stati membri nel porre rimedio agli effetti economici e sociali negativi della pandemia e non i criminali. Operazioni analoghe dovrebbero essere create per tutelare gli interessi finanziari dell'Unione europea.
La modifica del 2017 della direttiva sulle armi da fuoco includeva, tra l'altro, disposizioni per affrontare l'elevato rischio che le armi acustiche e altri tipi di armi a salve vengano convertite in armi. Tuttavia, gli Stati membri non hanno pienamente recepito e attuato la direttiva sulle armi da fuoco. Il Gruppo PPE si aspetta che la Commissione garantisca la piena attuazione della direttiva sulle armi da fuoco, in particolare le disposizioni relative alle armi a salve.
Il trattamento dei dati è parte integrante del lavoro quotidiano delle autorità di contrasto e giudiziarie. Il quadro Prüm si è rivelato uno strumento importante nella cooperazione transfrontaliera in materia di contrasto poiché gli scambi automatizzati di impronte digitali, dati di immatricolazione dei veicoli e dati sul DNA hanno contribuito a combattere la criminalità organizzata. Data la crescente rilevanza delle immagini del volto in ambito forense, il Gruppo PPE appoggia un'estensione del quadro Prüm alle immagini del volto e ad altre categorie di dati e accoglie favorevolmente la proposta legislativa avanzata dalla Commissione al riguardo. Dovrebbero essere promossi ulteriori scambi sulle categorie necessarie e un dialogo più ampio sulle definizioni comuni. Le reti criminali si sono dimostrate flessibili nell'adattare il loro modus operandi a situazioni mutevoli, soprattutto nel contesto della pandemia di COVID-19. Le autorità di contrasto non hanno la stessa flessibilità, dal momento che qualsiasi misura che adottano deve essere conforme ai requisiti giuridici. I requisiti giuridici su cui si basano le autorità di contrasto, e che le stesse sono obbligate a rispettare, dovrebbero consentire una certa flessibilità per far fronte a queste sfide in evoluzione, in modo tale da essere un passo avanti rispetto alle reti criminali. Per questo motivo, il Gruppo PPE sostiene la proposta della Commissione di istituire un codice di cooperazione di polizia in quanto razionalizzerà gli strumenti dell'UE esistenti e ridurrà la frammentazione del quadro giuridico transfrontaliero per la cooperazione di polizia. È fondamentale che le autorità di contrasto dispongano degli strumenti investigativi necessari per combattere la criminalità organizzata transfrontaliera. A tale riguardo, il Gruppo PPE sostiene la creazione di una base giuridica per le ricerche "a tappeto" nel nuovo codice di cooperazione di polizia.
Negli ultimi anni la tecnologia di riconoscimento facciale e l'intelligenza artificiale si sono sviluppate rapidamente e possono fornire strumenti aggiuntivi alle autorità di contrasto per identificare e monitorare i criminali e le attività illecite. A tale proposito, il Gruppo PPE accoglie con grande favore il mandato rafforzato per Europol, che consentirà all'agenzia dell'Unione di realizzare progetti di ricerca e innovazione nell'ottica di contribuire allo sviluppo di algoritmi e di strumenti specifici per l'attività di contrasto. È importante rafforzare le capacità di innovazione dell'Unione a tutti i livelli dato che ciò ridurrà la nostra dipendenza da software sviluppati in paesi terzi e garantirà il rispetto delle nostre rigorose norme giuridiche. L'uso delle tecnologie digitali ha ampliato la capacità dei criminali di svolgere le proprie attività, offrendo maggiore anonimato e rendendone difficile l'individuazione da parte delle autorità di contrasto. Il Gruppo PPE ritiene che l'uso di strumenti tecnologici all'avanguardia, compresa la polizia predittiva, debba essere possibile nella prevenzione e nella lotta alla criminalità organizzata, fatte salve le adeguate salvaguardie per garantire il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali.
In tempi in cui tutte le indagini sulla criminalità organizzata implicano l'utilizzo di dati, è fondamentale garantire l'accesso diretto delle autorità competenti a tali dati. A causa della natura transfrontaliera di Internet, i dati pertinenti sono spesso archiviati in una giurisdizione diversa da quella in cui è stato commesso il reato o in cui si trova l'autore del reato. I trattati di mutua assistenza giudiziaria e l'ordine europeo d'indagine non soddisfano più le esigenze delle autorità di contrasto quando si tratta di accesso ai dati poiché le procedure sono lunghe e i dati pertinenti vengono spesso cancellati prima che una richiesta di conservazione o produzione dei dati raggiunga il fornitore. Il Gruppo PPE chiede pertanto una celere conclusione dei negoziati di lunga data relativi al pacchetto sulle prove elettroniche, che fornirà alle autorità di contrasto e giudiziarie gli strumenti per ottenere i dati pertinenti legati a un reato in modo molto più rapido. Prendiamo atto delle discussioni in seno al Consiglio su come procedere in merito alla conservazione dei dati ed esortiamo la Commissione a presentare proposte di possibili soluzioni che soddisfino le esigenze delle autorità di contrasto e giudiziarie nel rispetto della giurisprudenza della CGUE al riguardo.
Un'altra sfida da affrontare è il maggiore sfruttamento delle tecnologie di rafforzamento della vita privata, come la crittografia da punto a punto e l'"onion routing", da parte di gruppi della criminalità organizzata per dissimulare i propri crimini e nascondere la propria identità online. Il Gruppo PPE sostiene le misure volte a migliorare la cibersicurezza e a garantire la vita privata e la protezione dei dati online. Nel contempo, riteniamo anche che sia necessario stabilire il "principio dell'eguaglianza delle armi" e pertanto invitiamo la Commissione a valutare se sia possibile trovare una soluzione normativa per consentire un accesso legittimo e mirato da parte delle autorità di contrasto ai dati necessari, nel rispetto dei diritti fondamentali. Inoltre, il Gruppo PPE esorta gli Stati membri a dotare le proprie autorità competenti di attrezzature sufficienti, compresi strumenti, competenze e formazione tecnologici per svolgere i propri compiti e per ottenere l'accesso legittimo alle informazioni crittografate legate alla criminalità organizzata. Quando si tratta di formazione, le autorità di contrasto dovrebbero inoltre attingere alle competenze di CEPOL.
Un problema sempre più comune cui fanno fronte molti Stati membri sono le reti criminali ad alto rischio, in particolare le organizzazioni di stampo mafioso, etniche e familiari e altre reti strutturate, che perpetrano corruzione, atti di violenza, traffico di stupefacenti e di armi, tratta di esseri umani, e riciclaggio di denaro. Molte di queste reti creano inoltre sistemi giuridici e codici d'onore paralleli, che limitano i diritti e le libertà degli altri, in particolare delle donne e delle ragazze.
Europol ha inoltre riferito in merito alle attività delle reti criminali ad alto rischio relative alla tratta e allo sfruttamento dei minori. La maggior parte dei casi segnalati proveniva da Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Romania e Slovacchia. Il Gruppo PPE condanna l'uso dei minori per attività criminali transfrontaliere e invita gli Stati membri a rafforzare i propri servizi di protezione dei minori per individuare i minori che vengono reclutati e sfruttati dalle reti criminali, compresi i clan familiari, per l'accattonaggio, la criminalità, l'abuso sessuale o i matrimoni fittizi, e per evitare che ciò accada. Rimane fondamentale identificare quanto prima le vittime reclutate dalle reti criminali. La futura possibilità per Europol di scambiare direttamente informazioni con soggetti privati per combattere la diffusione di materiale pedopornografico rappresenta un passo importante in questo senso. Inoltre, le autorità competenti degli Stati membri devono cooperare strettamente per contrastare il modus operandi dei clan familiari, che utilizzano l'estensione geografica della loro rete in diversi Stati membri o anche al di fuori dell'UE per avvicendare i minori allo scopo di facilitare la criminalità e nascondere la loro identità.
A tale riguardo, il Gruppo PPE ritiene inoltre che la mancanza di un'azione decisa sulle pratiche di accattonaggio forzato contribuisca al mantenimento dei flussi di profitto per le reti criminali e amplifichi un fenomeno di sfruttamento delle persone vulnerabili e dei minori. Il Gruppo PPE invita pertanto la Commissione a proporre misure comuni per porre fine all'accattonaggio forzato nell'Unione.
Il Gruppo PPE accoglie con favore la decisione del Consiglio di rendere le reti criminali ad alto rischio una priorità del ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale/EMPACT per il periodo 2022-2025, dato che ciò migliorerà e rafforzerà la cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri, le istituzioni e le agenzie dell'Unione, nonché i Paesi terzi, nella lotta contro i criminali ad alto rischio. Oltre al sostegno già fornito da Europol alle indagini degli Stati membri, sarebbe opportuno creare un'unità speciale all'interno di Europol con una particolare attenzione alle reti criminali ad alto rischio per raccogliere conoscenze ed esperienze su come individuare e combattere questi tipi di reti.
Inoltre, il Gruppo PPE si compiace del fatto che anche la criminalità ambientale sia una priorità nel ciclo programmatico dell'UE/EMPACT per il periodo 2022-2025, poiché molte reti criminali sono coinvolte anche nello scarico di rifiuti chimici della produzione di droghe sintetiche e nel traffico illegale di rifiuti e di specie e piante in via di estinzione. A tale proposito, il Gruppo PPE chiede maggiore vigilanza e maggiori sforzi contro la criminalità ambientale.
I reati organizzati contro il patrimonio contribuiscono a creare un sentimento di insicurezza tra i comuni cittadini dell'Unione. Uno studio richiesto dal Parlamento europeo evidenzia la necessità di un approccio olistico tra gli Stati membri, capace di ridurre le opportunità criminali e di prevenire e controllare i reati. A tale proposito, il Gruppo PPE incoraggia l'adozione di maggiori misure a livello di Unione, ad esempio la creazione di banche dati comuni su beni di valore elevato, come veicoli o motoscafi, che consentano alle autorità di contrasto e doganali degli Stati membri di identificare i beni rubati. Ciò porterà a sua volta a un numero maggiore di perseguimenti penali e aumenterà il senso di sicurezza tra i cittadini.
La Commissione europea ha individuato nelle armi da fuoco la linfa vitale della criminalità organizzata in Europa. La modifica del 2017 della direttiva sulle armi da fuoco includeva, tra l'altro, disposizioni per affrontare l'elevato rischio che le armi acustiche e altri tipi di armi a salve vengano convertite in armi a fuoco vivo. Tuttavia, gli Stati membri non hanno pienamente recepito e attuato la direttiva sulle armi da fuoco. Il Gruppo PPE si aspetta che la Commissione garantisca la piena attuazione della direttiva sulle armi da fuoco, in particolare le disposizioni relative alle armi a salve. Inoltre, il Gruppo PPE accoglie con favore e sostiene le misure proposte nel piano d'azione 2020-2025 della Commissione sul traffico di armi da fuoco.
Periodicamente armi, stupefacenti, altri beni illegali ed esseri umani, compresi i minori, sono introdotti clandestinamente nell'UE e costituiscono la principale fonte di reddito delle reti criminali. Un controllo più efficace alle frontiere esterne dell'UE, compresi controlli sistematici nei pertinenti sistemi di informazione, segnatamente il sistema di entrata e uscita e Eurodac, è fondamentale per individuare e prevenire il contrabbando e di conseguenza indebolire in modo considerevole le reti criminali. A tale proposito, è necessaria una migliore cooperazione in materia di intelligence tra Stati membri, Paesi terzi e Agenzie dell'UE per prevenire e combattere efficacemente il contrabbando e il traffico illecito, anche nei consessi informali di condivisione delle informazioni di intelligence.
Il Gruppo PPE accoglie con favore la rifusione del codice frontiere Schengen, presentata dalla Commissione il 14 dicembre 2021. Il Gruppo PPE lavorerà per un codice frontiere Schengen consolidato che prevenga efficacemente l'ingresso di cittadini di Paesi terzi che rappresentano una grave minaccia per la sicurezza interna o per l'ordine pubblico dell'Unione europea.
Il Gruppo PPE accoglie con favore l'intenzione della Commissione di aggiornare la direttiva 2004/82/CE relativa alle informazioni anticipate sui passeggeri in quanto si tratta di uno strumento importante per la lotta al traffico di persone e alla tratta di esseri umani, e incoraggia a prestare particolare attenzione al traffico e alla tratta di minori non accompagnati. La Corte dei Conti ha recentemente individuato carenze nei contributi degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la condivisione di dati e informazioni, che incidono sulle operazioni dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) volte alla protezione delle frontiere esterne dell'UE. Tali carenze devono essere affrontate in modo che l'agenzia possa essere più efficace nell'adempimento dei suoi compiti. Frontex è un'agenzia chiave dell'UE e deve essere ulteriormente rafforzata, soprattutto in termini di personale, per far fronte alla crescente pressione lungo le frontiere esterne. A tale proposito, il Gruppo PPE sostiene pienamente l'istituzione del corpo permanente, composto da 10 000 persone, entro il 2027. Data la responsabilità e le esigenze crescenti dell'agenzia in un contesto geopolitico sempre più complesso, la Commissione dovrebbe fornire orientamenti che affrontino queste sfide mutevoli, sostenendo gli ufficiali schierati per nostro conto.
Sarà essenziale migliorare la cooperazione transfrontaliera in materia di controlli alle frontiere e lotta alle reti del traffico illecito e del contrabbando. La cooperazione in materia di indagini, identificazione e perseguimento penale deve essere migliorata sia all'interno dell'UE sia con i paesi terzi al fine di prendere di mira la leadership e imporre sanzioni, che a loro volta fungono da deterrente per le nuove leve nelle reti criminali. A tale riguardo, il Gruppo PPE accoglie con favore la strategia dell'UE per la lotta alla tratta degli esseri umani 2021-2025 della Commissione e invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per contrastare i crimini di tratta e traffico di esseri umani.
La libertà di circolazione è uno dei diritti fondamentali concessi ai cittadini dell'Unione e una delle più grandi conquiste dell'Unione europea. Tutelare la libertà di circolazione significa porvi un limite per coloro che ne abusano. Si dovrebbero facilitare, per uno Stato membro, l'espulsione e il divieto di reingresso di un cittadino dell'UE ritenuto colpevole di aver commesso reati nel territorio di tale Stato membro. Ciò richiede una modifica del trattato, ma è necessario prevenire l'abuso della libertà di circolazione da parte dei criminali. Inoltre, i cittadini dell'UE condannati per un reato in uno Stato membro dovrebbero, di norma, scontare la pena detentiva nel loro paese di cittadinanza. Ciò richiede un aggiornamento della decisione quadro 2008/909/GAI del Consiglio dell'UE.
Le reti della criminalità organizzata utilizzano spesso documenti di viaggio falsi o alterati, inclusi passaporti, carte d'identità nazionali, visti Schengen e permessi di soggiorno, per trasportare persone illegalmente nell'Unione europea. Le norme dell'UE adottate nel 2019 per armonizzare ulteriormente le carte d'identità e i documenti di soggiorno rilasciati dagli Stati membri e rafforzarne la sicurezza aiuteranno nella lotta contro le frodi documentali. Inoltre, l'istituzione dell'archivio comune di dati di identità e del rilevatore di identità multiple migliorerà notevolmente le capacità della polizia e delle guardie di frontiera di identificare i cittadini di paesi terzi e individuare le frodi d'identità. Tuttavia, sono necessarie ulteriori azioni per scoraggiare efficacemente le frodi documentali. Gli Stati membri devono fornire alle proprie autorità competenti risorse sufficienti per individuare, prevenire e perseguire le frodi d'identità e documentali. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero garantire che il loro diritto nazionale preveda sanzioni adeguate, sia per la falsificazione e contraffazione di documenti d'identità, sia per il loro utilizzo. Entro il 2023 dovrebbero essere avviate la creazione dei nuovi sistemi d'informazione europei e la loro interoperabilità e la revisione delle banche dati dell'UE esistenti. Il gruppo PPE sottolinea in particolare l'importanza di finalizzare quanto prima la revisione della banca dati Eurodac.
Oltre all'azione contro i documenti falsi e l'ingresso illegale nel territorio dell'Unione, il Gruppo PPE ribadisce il suo invito a porre fine ai cosiddetti "visti d'oro" e "programmi di cittadinanza per investitori", che sono ancora attivi in molti Stati membri, in quanto sono spesso utilizzati da gruppi della criminalità organizzata di paesi terzi per agevolare il riciclaggio di denaro, la corruzione e l'evasione fiscale.
La cooperazione transfrontaliera tra le autorità di contrasto degli Stati membri si è rivelata preziosa durante la pandemia di COVID-19. Al fine di promuovere una più stretta cooperazione e sostenere gli agenti partecipanti nel loro impegno, il programma di scambio di agenti di polizia ispirato al programma Erasmus e gestito da CEPOL dovrebbe essere ulteriormente promosso e ampliato. Gli insegnamenti tratti dalla cooperazione già esistente tra taluni Stati membri potrebbero essere sfruttati in una nuova cooperazione. Per mostrare il valore aggiunto europeo, dovrebbe essere sviluppato un distintivo operativo comune.
I successi dell'operazione Trojan Shield e le riuscite indagini congiunte della polizia neerlandese e francese sostenute da Europol ed Eurojust – che hanno comportato l'irruzione in una rete telefonica crittografata ampiamente utilizzata dalle reti criminali ("EncroChat") – sottolineano l'importanza di una cooperazione giudiziaria e di polizia stretta e continua tra gli Stati membri e con i partner internazionali, nonché, in seguito al suo recesso dall'UE, con il Regno Unito. Gli scambi di dati e di informazioni pertinenti tra le autorità competenti degli Stati membri e dei paesi terzi pertinenti sono una condizione preliminare per una cooperazione efficace nella prevenzione, nell'individuazione, nell'indagine e nel perseguimento della criminalità organizzata transfrontaliera. A tale proposito, il Gruppo PPE si rammarica del fatto che negli ultimi anni la cooperazione operativa tra le pertinenti agenzie dell'Unione nonché tra le autorità nazionali competenti e i paesi terzi sia stata ostacolata. Ciò si è verificato perché le norme e i principi definiti nella legislazione applicabile dell'Unione in materia di protezione dei dati e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE hanno reso difficile per l'Unione concludere accordi internazionali con paesi terzi in questo ambito.
L'UE deve disporre di una legislazione in materia di protezione dei dati che tenga conto anche dell'estrema necessità di una più stretta cooperazione tra gli Stati membri per proteggere i suoi cittadini e la sicurezza interna. È essenziale che Europol continui a scambiare dati personali con i paesi terzi relativamente alla criminalità organizzata.
Il Gruppo PPE accoglie pertanto con favore l'adozione della prima decisione di adeguatezza della Commissione a norma della direttiva sulla protezione dei dati nelle attività di polizia e giudiziarie per quanto riguarda il Regno Unito, nel giugno 2021, in quanto consente di continuare il trasferimento di dati personali per combattere la criminalità organizzata. Prendiamo atto dei negoziati in fase avanzata per un accordo internazionale, che consentirà a Europol di scambiare dati personali con la Nuova Zelanda. Allo stesso tempo, deploriamo i progressi minimi o inesistenti fatti negli ultimi tre anni nel contesto di negoziati su accordi simili con otto Paesi MENA, in particolare Israele.
In alcuni Stati membri, quali i Paesi Bassi e la Svezia, si è registrato un aumento del tasso di omicidi, in particolare a causa dell'aumento degli omicidi con armi da fuoco. Le armi da fuoco illecite sono contrabbandate principalmente dai Balcani occidentali, dall'Ucraina e dalla Moldova nell'Unione europea. Per interrompere questo ciclo, è fondamentale rafforzare le capacità operative delle agenzie competenti in questi paesi terzi e migliorare la cooperazione e la condivisione delle informazioni.
Come indicato, la maggior parte dei membri delle reti criminali attive all'interno dell'Unione proviene dai Balcani occidentali, dall'Europa orientale o dal Nord Africa. I Paesi terzi che fanno parte del partenariato orientale o che sono candidati a diventare membri dell'UE devono intensificare il loro lavoro per combattere le reti criminali e il reclutamento. A sua volta, l'UE dovrebbe assistere i Paesi terzi nelle loro azioni di lotta alle reti criminali organizzate, basandosi sul principio "di più a chi fa di più".
La tratta di esseri umani è un reato a forte valenza internazionale e transfrontaliera, che pone sfide per quanto riguarda l'individuazione, le indagini, la raccolta di prove, la giurisdizione, l'estradizione e l'assistenza giudiziaria reciproca. Il Gruppo PPE invita pertanto gli Stati membri a rafforzare la cooperazione tra loro e con le agenzie dell'UE, in particolare Europol ed Eurojust. A tale riguardo, il Gruppo PPE si attende un quadro giuridico comune per il trasferimento efficiente dei procedimenti penali tra gli Stati membri, previsto per la seconda metà del 2022. Inoltre, il Gruppo PPE sottolinea che una stretta cooperazione e l'impegno con i Paesi terzi è fondamentale per prevenire la tratta di esseri umani, per smantellare le reti di traffico illecito e di contrabbando, e per perseguire i responsabili. Il Gruppo PPE seguirà da vicino la piena attuazione dello strumento NDICI-Europa globale.
La sicurezza nazionale è responsabilità primaria degli Stati membri, ma le minacce poste all'UE dalla criminalità organizzata richiedono una risposta europea comune. Le attività delle reti criminali transfrontaliere rappresentano una grave minaccia per la sicurezza interna dell'Unione europea.
Una misura cruciale per combattere la criminalità organizzata è quella di smantellare i modelli d'impresa delle reti criminali e garantire che la criminalità non paghi mai. Sarà necessario un approccio globale per "seguire il denaro" al fine di congelare e confiscare i beni e prendere di mira la leadership di tali reti. Inoltre, l'Unione deve intensificare la sua lotta contro la corruzione, poiché rappresenta una vera minaccia per lo Stato di diritto e la democrazia nell'Unione europea.
Le agenzie e gli organismi esistenti, come Europol, Eurojust, EPPO e OLAF, svolgono un ruolo centrale nelle indagini e nel perseguimento dei reati contro gli interessi finanziari dell'Unione europea e nel sostenere gli Stati membri nelle loro indagini e perseguimenti penali. È essenziale garantire che le agenzie e gli organismi dispongano di finanziamenti, risorse umane e quadri legislativi adeguati per svolgere efficacemente i propri compiti.
Oltre agli strumenti operativi e alla cooperazione transfrontaliera necessari per le autorità di contrasto degli Stati membri, l'Unione europea ha bisogno di una forza di polizia reale, operativa e funzionante che integri il lavoro degli Stati membri. Le leggi e i regolamenti necessari per combattere la criminalità organizzata devono essere in vigore.
Uno dei compiti più importanti per l'UE è salvaguardare la sicurezza e l'incolumità dei suoi cittadini. Il Gruppo PPE è l'unica forza politica in grado di fornire una politica globale per combattere la criminalità organizzata. Il nostro obiettivo è garantire che i cittadini dell'Unione europea siano al sicuro dalla minaccia della criminalità organizzata e delle reti criminali.
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