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16.10.2018
La sicurezza dei cittadini prima di tutto
Viviamo in un mondo in evoluzione. Vecchi alleati stanno prendendo le distanze dall'Europa e antichi rivali tornano a minacciare il nostro continente. Emergono nuove minacce e le nuove tecnologie offrono ai criminali nuove opportunità. A fronte di queste minacce, l'UE offre un porto sicuro di pace, stabilità, libertà e democrazia. Il Gruppo PPE è stato e continua a essere in prima linea nel garantire la sicurezza dei nostri cittadini. I risultati ottenuti negli ultimi cinque anni hanno reso il nostro continente più sicuro, ma possiamo e dobbiamo fare di più.
Indipendentemente dall'ideologia politica, dal credo religioso o dalle aspirazioni separatiste di un terrorista, le sue azioni costituiscono un reato e devono essere contrastate. I terroristi, che agiscano da soli o quali membri di una rete di odio, non conoscono frontiere; la nostra risposta deve pertanto andare oltre i nostri confini comuni.
(1) Cooperazione e scambio di informazioni
(2) Bloccare gli strumenti
È fondamentale:
(3) Prevenzione e lotta alla radicalizzazione
(4) Vittime del terrorismo
Dobbiamo rafforzare il controllo delle nostre frontiere esterne. Siamo convinti che una migliore protezione delle frontiere esterne dell'UE sia fondamentale al fine di preservare la sicurezza dei nostri cittadini, gestire la crisi migratoria e mantenere la libera circolazione all'interno dello spazio Schengen. Tali frontiere sono comuni ai diversi Stati membri e richiedono pertanto un'azione congiunta e collettiva delle autorità nazionali e dell'UE. Dobbiamo armonizzare le nostre procedure. Le forze di controllo alle frontiere devono garantire che siamo a conoscenza di chi entra ed esce dall'Unione, che le persone che hanno bisogno di protezione internazionale abbiano un accesso effettivo alle procedure di asilo e che coloro che non soddisfano questa condizione siano rimpatriati. È essenziale controllare efficacemente le nostre frontiere esterne, ma l'intera catena deve funzionare. Non è sufficiente individuare chi attraversa illegalmente le frontiere esterne, dobbiamo anche disporre di un sistema di rimpatrio efficace.
(1) Gestione integrata delle frontiere
(1 bis) Centri di accoglienza nei paesi terzi
(2) Cooperazione di polizia rafforzata
(3) Cooperazione con paesi terzi
Le frontiere dell'Unione europea non si trovano più lungo le rive del Mediterraneo, ma ai margini del deserto del Sahara. La messa in sicurezza delle nostre frontiere meridionali comincia con la giusta combinazione di sviluppo e cooperazione militare. Gli aiuti economici devono essere collegati a una politica di rimpatri e riammissioni. L'UE deve aumentare gli sforzi volti alla formazione e alla dotazione di attrezzature al fine di migliorare le capacità dei nostri partner. Tramite il rafforzamento dei partner locali proteggiamo i nostri cittadini già a partire dalle aree a sud del Sahel.
I cittadini devono sentirsi protetti per le strade, a casa ma anche online. Il mondo digitale deve fornire un flusso di merci e servizi, ma anche di informazioni, che sia libero. La disinformazione, le notizie false e la propaganda rappresentano una minaccia alla nostra sicurezza collettiva poiché compromettono la fiducia che i cittadini nutrono nelle istituzioni. L'Europa, con la sua base industriale, deve diventare un leader nel settore della cibersicurezza per garantire la sicurezza dei nostri beni di consumo e delle nostre applicazioni industriali, nonché proteggere le nostre infrastrutture sensibili e garantire un genuino flusso di informazioni.
(1) Crediamo nella cibersicurezza
(2) Crediamo nell'informazione, non nella disinformazione
In un mondo in mutamento, l'Unione europea deve rimanere un faro di stabilità. La nostra politica deve essere basata sulle tre P: pace, prosperità e partenariato, per noi e per il nostro vicinato.
Per garantire la pace dobbiamo rendere sicuri i nostri confini e dobbiamo avere la capacità di difenderci, sia nel ciberspazio che nel mondo reale. Dobbiamo coordinarci più spesso, più rapidamente e meglio tra di noi e dotarci degli strumenti per farlo in modo efficace. Ma dobbiamo anche aiutare altri Paesi ad aiutare sé stessi in modo che aiutino noi a vivere in sicurezza.
Finché i nostri partner non condivideranno la nostra stessa prosperità e pace, non avremo una sicurezza a lungo termine. I problemi dei nostri vicini diventano i nostri problemi. Dobbiamo pensare a come investire per tempo, a come svilupparci in modo sostenibile e a come stabilizzare permanentemente il nostro vicinato al fine di raggiungere una sicurezza duratura.
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