Seleziona un paese
Seleziona il tuo paese per seguire i tuoi deputati locali
I paesi qui sotto non pubblicano contenuti nella tua lingua. Seleziona un paese se vuoi seguire le notizie in inglese o nella(e) lingua(e) nazioanle(i)
Cosa stai crcando?
12.09.2018 13:15
La Via (FI/PPE), Copyright:"Restituire dignità agli autori con nuove regole al mercato online"
Avviso importante
Le opinioni espresse qui sono quelle della delegazione nazionale, che non riflettono sempre quelle del Gruppo nel suo insieme
"In ballo c'è la dignità degli artisti e degli autori di produzioni culturali che si perdono in rete perdendone controllo e paternità". Fa parte della schiera dei "sì", l'eurodeputato Giovanni La Via, convinto della necessità di regolamentare la "giungla" di internet, dove le grandi piattaforme la fanno da padrone, di fatto guadagnando sui contenuti pubblicati online. "È ora di mettere ordine e riequilibrare un sistema anarchico", dice La Via. Il voto di oggi, dà il via libera ai negoziati con il Consiglio, passo importante per arrivare ad un testo definitivo che tuteli il lavoro e il nostro patrimonio artistico e culturale. Oggi - aggiunge l'europarlamentare siciliano - il gruppo politico di cui faccio parte si è fatto portavoce dei legittimi interessi degli autori e dei giornalisti, a cui attualmente non viene riconosciuta la giusta remunerazione per l'utilizzo e lo sfruttamento del proprio materiale". Stabilire un contratto equo tra piattaforma digitale e fornitori di contenuti e limitare il caricamento di video su youtube sono due passaggi fondamentali della direttiva, destinati a dare una svolta decisiva. Non, dunque, una minaccia alla libertà, come viene contestato dalla schiera dei "no", ma una regolamentazione del mercato a tutela anche dei consumatori. "Il sistema editoriale, e i quotidiani cartacei in particolare - conclude La Via - vivono già una crisi profonda in parte dovuta proprio alla concorrenza con il web, con una conseguente pesante emorragia di introiti pubblicitari. Consentire ancora uno sfruttamento di questo tipo - spiega - significa impoverire e indebolire ulteriormente l'industria culturale del Paese, con possibili conseguenze da scongiurare, quali la chiusura di importanti quotidiani o case cinematografiche".
Ex deputato/deputata del Gruppo PPE
6 / 50