Bertot: “Il voto odierno sulla direttiva sui sacchetti di plastica è una grande vittoria per l’Italia. Grazie al grande lavoro della nostra delegazione abbiamo compiuto un passo forse decisivo per evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese che sarebbe stata ingiusta oltre che iniqua”.

17.04.2014 8:15

Bertot: “Il voto odierno sulla direttiva sui sacchetti di plastica è una grande vittoria per l’Italia. Grazie al grande lavoro della nostra delegazione abbiamo compiuto un passo forse decisivo per evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese che sarebbe stata ingiusta oltre che iniqua”.

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Le opinioni espresse qui sono quelle della delegazione nazionale, che non riflettono sempre quelle del Gruppo nel suo insieme
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Nella sessione odierna al Parlamento europeo di Strasburgo è stata approvata in prima lettura la nuova direttiva sulla riduzione del consumo dei sacchetti di plastica tradizionali, in favore di quelli biodegradabili e compostabili.

“Grazie ad un grande lavoro di squadra siamo riusciti ad ottenere una larga intesa su questo testo, bloccando sul nascere il tentativo di alcuni parlamentari tedeschi di stravolgere il testo della direttiva in senso contrario agli interessi del nostro Paese – spiega l’Onorevole Fabrizio Bertot, che è stato il rapporteur del dossier nella Commissione ITRE – L’Italia, infatti, pur avendo introdotto nel 2011 una norma contro gli shopper tradizionali usa e getta, rischia di subire una procedura di infrazione dall’UE che sarebbe ingiusta oltre che iniqua”.

La direttiva approvata dal Parlamento europeo potrebbe rappresentare una svolta decisiva verso l’abbandono dei sacchetti di plastica tradizionali ottenuti partendo dai derivati del petrolio, responsabili tra l’altro di gravi danni ambientali, soprattutto per l’ecosistema marino.

“La Commissione europea stima che solo nel 2010 siano stati immessi sul mercato oltre 98 miliardi di sacchetti di plastica: prodotti che in buona parte sono sfuggiti ai flussi di gestione dei rifiuti accumulandosi nell’ambiente, dove possono resistere per secoli. Era quindi necessario intervenire legislativamente – commenta ancora Bertot – Anche perché la soluzione per sostituire quei sacchetti esiste già e lo dimostra bene l’Italia, che ha introdotto sul mercato dei prodotti ottenuti a partire da risorse rinnovabili, totalmente biodegradabili e compostabili, che si degradano ad una velocità incredibilmente superiore (settimane contro centinaia di anni) e soprattutto che non rilasciano scorie nocive nell’ambiente”.

Già importanti catene di supermercati italiani hanno introdotto dei sacchetti ultraleggeri a base biologica per il confezionamento di frutta e verdura. Fra questi, quelli prodotti dalla Novamont, l’azienda novarese erede del vecchio gruppo Montedison che rappresenta un’eccellenza tutta italiana nel campo della biochimica.

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