Posizione del Gruppo PPE: un'Europa sociale moderna

03.03.2016

Posizione del Gruppo PPE: un'Europa sociale moderna

I nostri valori, i nostri principi e la nostra visione

La nostra idea di società ed economia si basa sui nostri valori cristiani e sulla ferma convinzione che gli esseri umani siano liberi e debbano essere al centro dell'economia sociale di mercato. I nostri valori di riferimento sono responsabilità, rispetto, solidarietà e giustizia, secondo quanto previsto dai padri fondatori delle Comunità europee Robert Schuman, Alcide de Gasperi, Jean Monnet e Konrad Adenauer, che appartenevano alla nostra stessa famiglia politica.

Crediamo nel modello sociale europeo come fondamento dell'economia sociale di mercato. Vogliamo migliorare e tutelare le prestazioni sociali e la competitività, il che richiede un costante adattamento a un mondo che cambia rapidamente. L'articolo 3 del trattato sull'Unione europea (TUE) stabilisce il quadro entro cui la competitività contribuisce alla giustizia sociale; quest'ultima, a sua volta, funge da stimolo per la competitività. Come stabilito dall'articolo 9 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), noi crediamo che nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione europea debba sempre tener conto delle esigenze sociali.

L'obiettivo primario delle politiche sociali è offrire ai cittadini gli strumenti necessari per diventare e restare autonomi. Le politiche sociali dovrebbero essere considerate un investimento il cui rendimento si produce sul lungo termine sotto forma di cittadini indipendenti e in grado di provvedere a se stessi, evitando i costi legati al dipendere, sul lungo termine, dall'assistenza pubblica.

Crediamo che sia necessario sradicare gli estremismi e i populismi sia all'interno dell'Unione sia nelle aree di crisi, al fine di offrire alle persone prospettive reali nel loro paese d'origine. Il Mercato Unico è uno dei fondamenti principali dell'Unione e il suo funzionamento corretto costituisce la base per la ripresa economica in Europa. In questo contesto la mobilità lavorativa ricopre grande importanza in quanto fonte di competitività per l'Europa.

Così come in altri campi (dalla legislazione ambientale al Mercato Unico e al Patto di stabilità e crescita) insistiamo sull'applicazione e l'esecuzione piena e corretta delle normative nazionali ed europee, ivi compresi gli accordi collettivi, da parte di tutti i portatori d'interesse del caso. Il rispetto della legge è un requisito fondamentale per un mercato unico efficiente ed equo.

Siamo convinti che la nostra economia sociale di mercato sia strettamente legata a un dialogo sociale efficiente. A tale proposito, sosteniamo l'impegno profuso dalla Commissione europea e dal suo Presidente per rilanciare il dialogo sociale europeo. Sottolineiamo altresì che, a norma degli articoli 9 e 152 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, occorre tenere conto del dialogo sociale in sede di definizione e applicazione delle politiche a livello UE. La capacità delle parti sociali di partecipare a un dialogo sociale costruttivo è di fondamentale importanza per creare un equilibrio tra competitività ed equità, forgiando così politiche sociali europee moderne ed equilibrate che rispecchino le esigenze di lavoratori e datori di lavoro. Il Gruppo PPE incoraggia il dialogo sociale attraverso gli strumenti online al fine di rafforzare la democrazia partecipativa.

1. Sviluppare l'occupazione

Occupazione, forza lavoro qualificata e imprenditorialità sono le priorità della nostra agenda. Facciamo appello agli Stati membri perché si avvalgano al meglio delle politiche e dei quadri finanziari disponibili a livello nazionale e dell'Unione, al fine di sviluppare un'economia e un mercato del lavoro efficienti e di promuovere gli investimenti sulle persone e la creazione di posti di lavoro.

1.1 Fondi UE

Con una dotazione di 86 miliardi di euro, il Fondo sociale europeo e l'Iniziativa per l’occupazione giovanile costituiscono i principali strumenti dell'Unione europea per l'inserimento e il reintegro dei lavoratori nel mercato del lavoro. Chiediamo misure mirate e semplificate per accrescere la capacità degli Stati membri di fare un utilizzo migliore dei finanziamenti disponibili attraverso il Fondo sociale europeo, il Fondo europeo di sviluppo regionale, i Fondi europei di coesione, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e l'Iniziativa per l’occupazione giovanile, in quanto strumenti fondamentali per accrescere l'occupabilità degli europei.

1.2 Istruzione, adeguamento delle competenze e formazione

Diamo priorità agli investimenti che incentivino l'istruzione (compresa l'istruzione duale), l'apprendimento delle lingue (comprese le lingue dei paesi vicini), la formazione, gli apprendistati, le competenze, l'occupabilità e l'imprenditorialità in Europa attraverso programmi e piattaforme come Erasmus+ ed EURES che offrono a milioni di cittadini europei la possibilità di acquisire esperienze utili. Siamo anche a favore della creazione di un sistema di formazione in alternanza (studio - lavoro) che si basi sulle migliori pratiche in questo campo all'interno degli Stati membri; ciò accrescerebbe infatti la mobilità (inclusa quella transfrontaliera) della forza lavoro dell'UE, che ha già dimostrato di contribuire alla crescita soddisfacendo la richiesta di forza lavoro negli Stati membri.

Riteniamo che sia necessario coordinare meglio i percorsi di istruzione e di formazione con le necessità dei mercati del lavoro in evoluzione. Facciamo appello alla Commissione europea e agli Stati membri per incentivare le attività di istruzione e formazione in materia di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e competenze STEM (scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche) al fine di fornire alla forza lavoro presente e futura le competenze informatiche necessarie. È altresì necessario incoraggiare programmi di istruzione duale e il binomio istruzione-tirocini. Siamo a favore di programmi che forniscano competenze informatiche ai giovani disoccupati, quali corsi aperti online, e incoraggiamo iniziative analoghe rivolte alla generazione over 50/agli anziani attivi. Gli attuali metodi d'istruzione devono essere integrati con corsi pratici, ad esempio di programmazione informatica, insieme alle basi tecnologiche necessarie nelle scuole e nelle università. Riteniamo che sia necessario sviluppare, trattenere e attrarre nei Paesi europei una forza lavoro altamente qualificata, talentuosa e produttiva, e creare condizioni favorevoli per prevenire la fuga dei cervelli.

Dovrebbero, inoltre, essere adottate misure per permettere un migliore riconoscimento delle qualifiche in Europa, compresi i diplomi e le certificazioni online come quelli conseguiti attraverso i corsi online aperti e di massa (MOOC), insieme alla convalida dell'apprendimento non formale, al fine di permettere ai professionisti di offrire il proprio contributo di conoscenze e competenze in tutta Europa. Incoraggiamo inoltre la Commissione ad armonizzare lo Strumento per le qualifiche lavorative per l'occupazione (ESCO) con gli altri strumenti in materia di qualifiche quali il Quadro europeo delle qualifiche (EQF), Europass, il Sistema europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET) ed EURES, che sono usati nel campo dell'istruzione, della formazione al lavoro e dell'apprendimento preliminare.

1.3 Un mercato del lavoro inclusivo

Chiediamo l'adozione di misure aggiuntive per l'inserimento della generazione over 50 nel mercato del lavoro, negli affari, nell'istruzione e nella formazione, al fine di prevenire la disoccupazione di lungo periodo e il rischio di esclusione sociale per questa categoria di lavoratori e le loro famiglie. Puntiamo anche a lottare contro la discriminazione fondata sull'età nel mercato del lavoro, e promuovendo ambienti favorevoli a tutte le età.

Siamo a favore di misure volte ad affrontare la questione della disoccupazione di lungo periodo, essendo essa la causa principale dell'esclusione sociale. In quest'ottica supportiamo la nuova raccomandazione del Consiglio sulla disoccupazione di lungo periodo. Auspichiamo un'iniziativa di inserimento professionale così che tutte le persone in cerca di lavoro e disoccupate da oltre 12 mesi possano ricevere una valutazione individuale e un accordo di inserimento, che permetta loro di reimmettersi nel mercato del lavoro prima di raggiungere i 18 mesi di disoccupazione.

L'effettiva integrazione di rifugiati e migranti regolari è un compito fondamentale e imprescindibile per il funzionamento dell'Europa sociale moderna. Vogliamo avvalerci di strumenti quali la formazione professionale, l'istruzione e i tirocini per determinare il potenziale degli individui e stimolarne l'integrazione attraverso un processo bidirezionale.

1.4 Occupazione nel settore digitale

La digitalizzazione e la più vasta applicazione di tecnologie e servizi innovativi, più produttivi, creati su misura ed efficienti, stanno modificando l'economia e il mercato del lavoro. Intravediamo numerose opportunità di occupazione nel mercato digitale e facciamo appello a tutti i portatori d'interesse del caso perché promuovano lo sviluppo di nuovi posti di lavoro nel settore digitale in Europa. La Grande coalizione per l'occupazione nel settore digitale, istituita insieme al settore privato, è un'iniziativa incoraggiante. Siamo inoltre fautori di strategie volte alla riduzione del divario digitale e alla promozione dell'accesso equo alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare a vantaggio della popolazione a rischio di povertà ed esclusione sociale.

1.5 Imprenditorialità

Dobbiamo sviluppare una migliore cultura dell'imprenditorialità, anche a livello di settore manifatturiero, imprese familiari, PMI e micro-imprese, promuovendo lo spirito imprenditoriale e le relative competenze, conoscenze e capacità. Sosteniamo pertanto iniziative quali il "Piano Juncker", i micro-finanziamenti e altri meccanismi UE così come altre forme di supporto per i professionisti autonomi. Riteniamo che le aziende e le imprese, grandi o piccole che siano, costituiscano la prima fonte di crescita e occupazione e debbano pertanto poter beneficiare di un ambiente competitivo e privo di barriere nonché di un accesso ai finanziamenti che permetta loro di avviarsi e creare facilmente occupazione. Siamo a favore dell'alleggerimento degli oneri fiscali che pesano sul lavoro per creare un sistema di tassazione a base ampia su livelli differenziati. Occorre rivolgere maggiore attenzione a una transizione dalle imposte dirette a quelle indirette. Sosteniamo con fermezza lo sviluppo di modelli e procedure di conformità fiscale semplificati che favoriscano le PMI, gli imprenditori, le microentità e le start-up.

2. Rafforzare la coesione sociale e gli investimenti sociali per i cittadini europei

La convergenza sociale verso l'alto è un presupposto indispensabile per un'Europa sociale moderna ein grado di reagire alle moderne sfide economiche e sociali. È un elemento chiave per ottenere condizioni favorevoli per le famiglie che vivono in Europa, per creare occupazione, migliorare le condizioni di lavoro e gli standard di vita nonché per un'adeguata tutela sociale e per il progresso della società all'interno di un'economia sociale di mercato altamente competitiva. Crediamo che la convergenza sociale verso l'alto sia necessaria per una crescita economica sostenibile e richieda un quadro di riferimento legislativo e politico che sia efficiente e giusto, insieme a politiche fiscali responsabili in tutte le regioni europee al fine di raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020.

2.1 Reddito e salari in Europa

Crediamo che tutti i cittadini e tutte le famiglie in Europa abbiano diritto a un reddito o a una forma di sostegno che permetta di coprire i propri costi di sostentamento. Il primo passo verso la giustizia sociale e una demografia sostenibile consiste nell'individuare le esigenze dei cittadini europei. I meccanismi di supporto sociale devono garantire che la dipendenza dai servizi sociali non si perpetui, e devono costituire un incentivo all'istruzione o all'inserimento nel mondo del lavoro.

Tutti i cittadini europei dovrebbero avere diritto a una remunerazione che permetta loro di vivere con dignità. È allarmante che ben l'8,9% dei lavoratori europei sia attualmente a rischio povertà. Chiediamo che vengano studiate e applicate misure correttive efficienti. Tali misure dovrebbero essere sviluppate a livello degli Stati membri, nel rispetto di usi, costumi e possibilità di bilancio di ciascuno di essi e tenendo in considerazione la realtà socio-economica di riferimento così come il parere delle parti sociali, dei beneficiari e degli altri portatori d'interesse. Crediamo che un mercato del lavoro dinamico sia un elemento chiave per ottenere salari più alti e tutela sociale per tutti.

2.2 Lotta alla povertà

Il Gruppo PPE vuole che nessuno strato della nostra società venga marginalizzato. Sono stati stanziati oltre 3,8 miliardi di euro dal Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) per il periodo 2014-2020. Facciamo quindi appello ai portatori d'interesse del caso perché utilizzino i fondi a disposizione per abbassare il rischio di povertà nella maniera più efficace possibile. Anzitutto chiediamo misure volte a fornire cure di primo soccorso agli indigenti, cui dovranno far seguito misure di accompagnamento individuali verso una vita autonoma e dignitosa attraverso l'inclusione nel mercato del lavoro. Crediamo anche che l'accento debba essere posto con più forza sulle attività organizzate in tale ambito dalle organizzazioni religiose, affinché possano apportare il proprio importante ed efficace contributo.

Non vanno dimenticati poi gli anziani, segnatamente le donne. Le donne anziane sono particolarmente vulnerabili alla povertà, in primo luogo a causa dell'elevato divario pensionistico di genere. Esortiamo, pertanto, gli Stati membri a introdurre misure specifiche quali crediti per i periodi di assistenza, pensioni minime e di reversibilità così come lo scambio delle migliori pratiche in tale ambito.

Facciamo appello alla Commissione europea e agli Stati membri affinché adeguino gli strumenti attuali per meglio rivolgersi ai nuclei familiari in cui manca il lavoro, per migliorarne l'integrazione sociale e le opportunità di occupazione. Questi strumenti, insieme alle migliori pratiche esistenti a livello di Stati membri, possono a loro volta costituire un mezzo importante per ridurre la povertà infantile in Europa.

Crediamo nel potenziale dell'economia sociale e "solidale" per affrontare una serie di problemi sociali in maniera innovativa ed efficace sul piano dei costi. Invitiamo, pertanto, la Commissione a dare un nuovo impulso agli investimenti sociali.

2.3 Equilibrio tra vita familiare e professionale

Riteniamo che le infrastrutture di prossimità per l'assistenza all'infanzia siano necessarie in tutti gli Stati membri UE al fine di conciliare meglio il lavoro e la vita familiare. Chiediamo inoltre di migliorare l'accessibilità ai servizi di assistenza per i genitori, le famiglie e i singoli che ne abbiano necessità. Sosteniamo i datori di lavoro che, sensibili agli aspetti connessi a tale questione, cercano soluzioni non soltanto a beneficio dell'organizzazione, ma soprattutto per permettere ai dipendenti di ottenere un migliore equilibrio tra la vita lavorativa e la famiglia. Riconosciamo il ruolo cruciale svolto dai padri e dalle madri nella nostra società, e accogliamo con favore e sostegno l'iniziativa annunciata dalla Commissione di promuovere una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro affrontando gli ostacoli che si frappongono a un migliore equilibrio lavoro-famiglia, a vantaggio dei singoli individui e delle famiglie nonché delle imprese.

Riconosciamo l'importanza dell'assistenza all'infanzia e agli altri membri della famiglia che ne abbiano necessità. Supportiamo tutte le misure intraprese a livello di Stati membri per riconoscere il valore del lavoro non retribuito di chi assiste altre persone e riteniamo che questo dovrebbe essere riconosciuto nei piani pensionistici, andando così a limare il divario pensionistico tra uomini e donne.

L'invecchiamento in salute lungo l'arco della vita è divenuto un concetto basilare nella formulazione delle politiche volte a migliorare la qualità di vita in tarda età già a partire dall'infanzia. Ciò dovrebbe anche comprendere alti standard di salute e sicurezza sul lavoro durante tutto l'arco della vita lavorativa.

3. Un quadro legislativo e politico solido

Rispettiamo i trattati che, d'accordo con il principio di sussidiarietà (articoli da 151 a 161 del TFUE) conferiscono all'Unione il diritto di supportare e complementare le azioni degli Stati membri nel campo della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, delle condizioni di lavoro, della sicurezza e della protezione sociale, dell'informazione e della consultazione dei lavoratori, dell'inclusione dei soggetti svantaggiati e dell'integrazione dei cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio dell'Unione.

Riteniamo che il diritto sociale e del lavoro europeo debba stabilire standard minimi in tutta l'Unione, assicurando così condizioni di parità per tutti i cittadini e tutte le aziende dell'UE e rafforzando la coesione sociale e regionale, anche nelle regioni ultraperiferiche. Siamo tuttavia consapevoli che qualsiasi legislazione europea debba assicurare un equilibrio tra le necessità dei singoli Stati membri, dei vari settori nonché dei diritti dei lavoratori e dei cittadini. Qualsiasi introduzione di nuove normative a livello europeo deve essere giustificata, proporzionata e fondata su valutazioni attente e basate su riscontri oggettivi nonché rispettare gli usi e costumi nazionali.

Siamo a favore di riforme del mercato del lavoro che incoraggino l'inserimento delle persone in cerca di occupazione, migliorando i sistemi di flessibilità interna ed esterna per i datori di lavoro e fornendo una protezione sociale sicura e sostenibile per i lavoratori. Riforme del genere dovrebbero tracciare un equilibrio tra standard ambiziosi di tutela del lavoratore e maggiori opportunità per i singoli individui di reinserirsi nel mercato del lavoro.

L'Europa deve agire con efficacia ed evitare false promesse. Il Gruppo PPE chiede un programma per una regolamentazione intelligente con cui facilitare l'applicazione e l'esecuzione corretta della legislazione sociale dell'Unione, assicurando che i fondi siano spesi per i giusti destinatari. Sottolineiamo che il dialogo sociale resta una parte essenziale della nostra economia sociale di mercato in tutto il processo della regolamentazione intelligente, a norma degli articoli 9 e 152 del TFUE.

Questo programma dovrebbe avere carattere globale ed essere collegato direttamente al Semestre europeo. Dovrebbe consolidare l'analisi congiunta e la definizione di strategie rivolte alle dimensioni sia sociale sia economica degli Stati membri, spingendo sulla necessità di riconciliare questi criteri.

Riconosciamo che l'inclusione di indicatori di occupazione nella procedura per gli squilibri macroeconomici permette di rappresentare più chiaramente gli sviluppi sociali e occupazionali nel processo del Semestre europeo. Siamo a favore di porre tali indicatori allo stesso livello di altri indicatori di riferimento al fine di avviare un'analisi approfondita e, laddove necessario, migliorare i risultati delle politiche sociali e occupazionali attraverso riforme strutturali adeguate.

3.1 Protezione sociale dei lavoratori

Il Gruppo PPE sostiene politiche per la protezione sociale che siano responsabili ed efficaci, basate su un sistema di diritti e doveri. Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire la protezione sociale dei lavoratori per quanto concerne le pensioni, erogando pensioni pubbliche che consentano di mantenere un tenore di vita dignitoso e tutelino dalla povertà in età avanzata, nonché promuovendo schemi pensionistici complementari legati ai contratti di lavoro come copertura supplementare. In base al principio di sussidiarietà, gli Stati membri dovrebbero conservare tutte le competenze sull'organizzazione dei propri sistemi pensionistici, nonché per la definizione del ruolo di ciascuno dei tre "pilastri" del sistema previdenziale nei singoli Stati membri. È comunque necessario prevedere un sistema europeo di tracciabilità delle pensioni.

Considerando la crescita dell'aspettativa di vita in tutti gli Stati membri, che sta aumentando in media di 2,5 anni ogni 10 anni, e i cambiamenti demografici in atto in Europa, esortiamo gli Stati Membri ad applicare in maniera urgente i cambiamenti strutturali necessari, compresi quelli ai sistemi previdenziali, al fine di assicurare sicurezza sociale sostenibile per tutti e solidarietà intergenerazionale.

Difendiamo i contratti a lungo termine come forma standard di contratto che può essere incoraggiata attraverso l'adozione di misure adeguate. Il lavoro a tempo parziale, a tempo determinato e stagionale così come altre forme di contratto sono anch'essi necessari al fine di garantire una varietà di accordi contrattuali per le imprese e i lavoratori. Ciononostante, esortiamo ad adottare misure volte ad assicurare che ogni tipo di contratto offerto a un lavoratore corrisponda all'impegno e ai doveri di questi e non si configuri come abuso o speculazione. Crediamo che la diversità, la flessibilità e la sicurezza siano di grande valore sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro.

Sosteniamo le misure volte alla lotta contro il lavoro sommerso in tutte le sue forme nonché contro il lavoro precario. Per lavoro precario intendiamo un'occupazione che non rispetti gli standard nazionali ed europei, in particolar modo per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, e/o un'occupazione che non fornisca risorse sufficienti per avere una vita dignitosa o beneficiare di adeguata protezione sociale.

Chiediamo un pacchetto di regole più snelle ed efficienti sulla salute e sulla sicurezza sul posto di lavoro, anche al fine di migliorare le capacità delle PMI e delle microimprese di mettere in pratica misure efficienti di prevenzione del rischio, come stabilito dalla legislazione nazionale ed europea, nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Ribadiamo che i lavoratori occupati in professioni di nuova generazione meritano tutele a livello di salute e sicurezza che siano adeguate e adattate alle nuove circostanze quali lo stress, il burnout e le malattie muscolo-scheletriche. Vogliamo anche sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione del lavoro per creare accordi flessibili e sicuri sull'orario di lavoro per un migliore equilibrio tra la vita professionale e familiare.

3.2 Pari opportunità

Siamo fortemente impegnati a migliorare l'inclusività del mercato del lavoro europeo e, pertanto, siamo a favore di misure volte a colmare il divario tra le varie legislazioni europee contro la discriminazione sul lavoro, specialmente per quanto riguarda i disabili. Sosteniamo, inoltre, l'applicazione senza indugi della direttiva 2000/78/CE del Consiglio sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

Il Gruppo PPE si schiera con forza a favore della totale uguaglianza tra uomini e donne a livello di salari e pensioni, nonché dello sviluppo della carriera professionale in tutti gli Stati membri. Chiediamo misure mirate per aumentare il tasso di occupazione femminile per combattere il persistente divario occupazionale di genere che tuttora si attesta all'11,5%, e per sfruttare appieno il potenziale di competenze e capacità delle donne nel mercato del lavoro.

3.3 Mobilità dei lavoratori

La mobilità è fonte di competitività per il Mercato Unico. Non si può fare un passo indietro su un principio basilare e fondamentale dell'UE quale la libera circolazione. Sosteniamo, pertanto, la libera circolazione dei lavoratori e una mobilità inquadrata entro chiare norme UE a livello di coordinamento dei regimi di sicurezza sociale. Al contempo, non possiamo tollerare abusi o frodi, né la mancata applicazione delle leggi vigenti dell'Unione europea.

Facciamo appello agli Stati membri affinché assicurino condizioni di parità all'interno dell'Unione europea. A tale proposito, chiediamo un piano d'azione per ovviare alle carenze individuate nella normativa vigente, per combattere il dumping sociale nel quadro delle pratiche sociali illegali e per applicare controlli efficienti. Facciamo appello agli Stati membri perché creino degli sportelli unici e dei siti web nazionali per informare, consigliare e assistere i lavori transfrontalieri sulle conseguenze in termini di fiscalità e sicurezza sociale legate allo svolgimento di un'attività lavorativa in un altro Stato membro.

È possibile contrastare le frodi e gli abusi soltanto se il legislatore europeo e quelli nazionali forniscono un quadro giuridico adeguato, applicabile ed efficace che si basi sulla cooperazione reciproca, mentre sta agli Stati membri migliorare i controlli e assicurare che questi siano proporzionati, giustificati e non discriminatori. Ad ogni modo la lotta contro le frodi, legittima ed esercitata nei confini della legalità, non deve diventare un pretesto per mettere in discussione le disposizioni dei trattati, ivi compreso il principio della libera circolazione delle persone e dei servizi, in virtù del quale i cittadini di un altro Stato membro UE devono essere trattati in maniera paritaria rispetto ai cittadini dello Stato membro ospitante.

Accogliamo con favore il piano della Commissione di individuare e affrontare le carenze a livello europeo in materia di coordinamento dei diritti minimi di sicurezza sociale, tramite l'adattamento del Regolamento (CE) n. 883/2004 e del Regolamento di attuazione (CE) n. 987/2009 sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale. Dobbiamo evitare che tale adattamento venga utilizzato come strumento di concorrenza sleale.

Siamo consapevoli dei problemi che persistono in relazione all'applicazione della Direttiva sul distacco dei lavoratori. In questo quadro, al fine di prevenire gli abusi, chiediamo che gli Stati membri applichino in maniera tempestiva la direttiva di applicazione sul distacco dei lavoratori e che venga effettuata conseguentemente un'analisi dell'impatto di tale applicazione. La Commissione ha annunciato la pubblicazione del pacchetto sulla mobilità del lavoro, che prevede una revisione mirata della direttiva sul distacco dei lavoratori. Insistiamo nell'affermare che, se si mette in moto questo processo, esso dovrebbe riguardare soltanto gli aspetti necessari e irrisolti al fine di assicurare il giusto trattamento dei lavoratori e condizioni di parità per le imprese. La revisione della Direttiva deve continuare a facilitare la libertà di fornire servizi. Tutte le misure proposte devono essere chiare, proporzionate, non discriminatorie e giustificate, nonché rispettare i meccanismi di definizione dei salari degli Stati membri. Ai fini di controlli più severi per combattere e prevenire gli abusi, chiediamo una cooperazione transfrontaliera rafforzata tra i servizi responsabili delle ispezioni e lo scambio elettronico di dati e informazioni.