Posizione del Gruppo PPE sulla un'Unione europea della salute

01.07.2020

Posizione del Gruppo PPE sulla un'Unione europea della salute

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Quando si fanno gli auguri a qualcuno per il compleanno o per l'anno nuovo, in genere (anche prima della crisi del COVID-19) si conclude così: "Soprattutto, tanta salute".

"La salute è ricchezza" recita un vecchio ma veritiero adagio. Il 2020 è stato caratterizzato da una pandemia globale che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. La pandemia ha colpito tutti gli Stati membri e sebbene molti siano riusciti ad appiattire la curva epidemiologica, il COVID-19 rimane motivo di grande preoccupazione e probabilmente continuerà a esserlo fino a quando non sarà trovato un vaccino efficace.

Il COVID-19 ha dimostrato che la salute deve occupare un ruolo ancora più importante nella politica europea. Il Gruppo PPE chiede la rapida attuazione di un'Unione europea della salute.

1. La visione democratica cristiana del mondo

In virtù delle sue radici democratiche cristiane e umaniste, il Gruppo PPE pone sempre il benessere dell'individuo - fisico, mentale e sociale dei cittadini - al centro delle proprie azioni. I padri fondatori democratici cristiani posero infatti il benessere di tutti gli europei in cima alle priorità dell'attività politica europea. Da allora, esso è uno dei tre principali obiettivi dell'UE, sancito nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea, unitamente alla promozione della pace e dei nostri valori fondamentali.

Soprattutto, noi democratici cristiani crediamo fortemente che l'umanità possa plasmare un futuro migliore. Così come i medici, gli infermieri e i farmacisti migliorano la vita quotidiana di milioni di europei, riteniamo che la buona politica e le buone politiche possano contribuire a raggiungere lo stesso obiettivo. Desideriamo promuovere il progresso medico e scientifico. Crediamo in un futuro migliore. Sosteniamo il progresso e i risultati in ambito scientifico e desideriamo che l'Europa utilizzi consapevolmente la scienza per promuovere il benessere di tutti i cittadini.

I democratici cristiani credono in una società che aiuta i bisognosi. Per noi il progresso in ambito medico non rappresenta soltanto un altro modello imprenditoriale. Riteniamo che il progresso medico sia semplicemente la necessità di migliorare la vita quotidiana degli individui, a seconda del reddito, del livello di istruzione o della regione di provenienza in Europa. Crediamo altresì nella capacità degli individui di crescere, di creare il benessere altrui e di contribuirvi, senza ostacoli e senza paternalismi, e in una società che garantisca l'inclusione degli individui, nel rispetto della loro libertà.

Sosteniamo i benefici dell'innovazione e basiamo le nostre decisioni sulla scienza. Sappiamo che la tecnologia deve essere al servizio degli esseri umani e non viceversa ma anche che non dobbiamo ostacolare la strada allo sviluppo di nuove opportunità tecnologiche, come le app, i megadati, l'intelligenza artificiale (IA) e la medicina personalizzata. Desideriamo al contrario che l'Europa assuma un ruolo guida e plasmi essa stessa le nuove tendenze in tali ambiti. Poniamo le persone al centro dell'innovazione. Il progresso medico deve essere fortemente ancorato a un sistema di valori antropocentrico.

Noi democratici cristiani abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione in merito allo sfruttamento delle potenzialità europee in ambito medico: siamo al fianco dei cittadini, ad esempio nella lotta contro il cancro. Riteniamo che i nostri valori, i nostri criteri di riferimento, la nostra volontà di promuovere ulteriormente l'innovazione e la condivisione della conoscenza con l'intera comunità scientifica siano principi fondamentali che ci consentiranno di rendere migliori le vite degli europei nel tentativo di sconfiggere la minaccia del cancro. Gli stessi principi devono guidare i nostri sforzi volti a garantire che tutti i cittadini europei abbiano accesso a servizi sanitari di elevata qualità.

Poiché la medicina in definitiva si fonda sulle conoscenze precedenti, l'utilizzo ottimale dei megadati e dell'IA consente ai ricercatori e ai medici di utilizzare i dati del passato per fare previsioni più rapide e precise sul futuro. Siamo perfettamente consapevoli che, in ambito medico, la tecnologia può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.

Sappiamo altresì che le grandi sfide mediche, come le malattie o le pandemie, possono essere vinte soltanto attraverso un'azione congiunta. Desideriamo pertanto collaborare in Europa e al di fuori dei confini del continente. Attraverso accordi commerciali equi, vogliamo riunire gli operatori sanitari al fine di ottimizzare la condivisione delle conoscenze e creare reti per migliorare l'assistenza sanitaria in Europa e altrove.

Desideriamo inoltre che l'Europa faccia sentire la propria voce contro chiunque usi le pandemie, le malattie o altre minacce sanitarie per giochi di potere. Stiamo lottando contro la disinformazione e contro Paesi che celano informazioni importanti su come combattere le malattie o le pandemie. Intendiamo utilizzare il nostro potere economico e imporre sempre sanzioni qualora un Paese metta a repentaglio le vite degli europei fornendo informazioni errate, non condividendo informazioni o rischiando con le pandemie. La gestione dei rischi sanitari sarà una colonna portante di una sicurezza democratica cristiana per il futuro.

Crediamo in un'Unione europea che rispetti, protegga e sostenga tutti gli europei. Crediamo in un'Unione europea che consenta e promuova l'innovazione e contribuisca a migliorare le nostre vite.

La nostra Unione è anche un'Unione della salute, che attribuisce priorità alle politiche incentrate sulle persone.

Le esigenze personali di uomini e donne devono essere tenute in considerazione in tutte le decisioni adottate nel quadro della politica sanitaria.

È anche un'Unione che continua a restare aperta al mondo, al di là dei propri confini. Siamo a favore della cooperazione internazionale affinché l'Europa possa beneficiare dei progressi della medicina e contribuirvi. La cooperazione in ambito medico e scientifico porterà a una situazione vantaggiosa di cui la nostra società e la nostra economia potranno beneficiare in egual misura. Assumiamo questa posizione nella consapevolezza della responsabilità globale dell'Europa di contribuire a promuovere la salute pubblica in altre parti del mondo, nel quadro degli aiuti allo sviluppo. È necessario rafforzare la resilienza e migliorare la preparazione dei Paesi partner in ambito sanitario. L'istruzione e la formazione degli operatori sanitari sono cruciali in tal senso. Dobbiamo garantire che la risposta umanitaria e sanitaria dell'UE alla crisi del COVID-19 non sia utilizzata in modo improprio per promuovere ideologie e programmi politici.

La crisi del COVID-19 ha evidenziato che, al fine di garantire che i nostri cittadini colgano appieno i benefici di un mondo globalizzato e interconnesso, l'UE deve perseguire una politica sanitaria robusta.

Ed è proprio l'attenzione alla politica sanitaria ciò che desideriamo vedere rafforzato a livello di UE. L'UE deve avere gli strumenti appropriati, ove necessario, per poter diventare un'Unione della salute efficace, sulla base dei seguenti principi:

un'Europa che rispetta;
un'Europa che protegge e sostiene e
un'Europa che innova e crea nuove opportunità per migliorare la vita di tutti.

2. Competenze e responsabilità

La crisi del COVID-19 ha dimostrato che le minacce sanitarie non conoscono confini e che è necessaria una risposta europea più coordinata.

Gli Stati membri continuano ad avere la responsabilità relativamente a molti aspetti della politica sanitaria. Tuttavia, l'Unione europea ha uno spazio di manovra maggiore rispetto a quello utilizzato attualmente.

Il TFUE (articolo 168) e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (articolo 35) riconoscono che "nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche ed attività dell'Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana" e che a tal fine "la Commissione, (...) nelle sue proposte di cui al paragrafo 1 in materia di sanità, sicurezza, protezione dell'ambiente e protezione dei consumatori, si basa su un livello di protezione elevato, tenuto conto, in particolare, degli eventuali nuovi sviluppi fondati su riscontri scientifici. Anche il Parlamento europeo ed il Consiglio, nell'ambito delle rispettive competenze, cercheranno di conseguire tale obiettivo" per la creazione e il funzionamento del mercato interno (articolo 114).

Il TFUE riconosce esplicitamente un ruolo importante per l'Unione, la cui azione "si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all'eliminazione delle fonti di pericolo per la salute fisica e mentale. Tale azione comprende la lotta contro le grandi catastrofi, favorendo la ricerca sulle loro cause, la loro propagazione e la loro prevenzione, nonché l'informazione e l'educazione in materia sanitaria, nonché la sorveglianza, l'allarme e la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero" (articolo 168).

Rientrano nell'ambito delle competenze dell'UE l'opera svolta per migliorare la salute pubblica (ad es. campagne pubbliche contro il tabacco, l'alcol, l'obesità e le droghe), l'azione contro gravi minacce transfrontaliere (ad es. resistenza antimicrobica), la prevenzione e gestione delle malattie umane e animali (ad es. BSE o encefalopatia spongiforme bovina), la mitigazione dei rischi per la salute umana (ad es. la legislazione alimentare e la legislazione REACH) e l'armonizzazione delle strategie sanitarie tra gli Stati membri (ad es. mobilità di operatori sanitari e pazienti). L'istituzione di agenzie specializzate come l'Agenzia europea per i medicinali (EMA), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) costituisce un esempio del crescente impegno dell'UE nella politica sanitaria. Il programma "EU4Health" con un bilancio proposto di 9,4 miliardi di EUR è un chiaro indicatore del crescente ruolo dell'UE in termini di politica di sanità pubblica.

Nonostante tutto il lavoro già svolto a livello di UE, vi sono ancora importanti margini di manovra per l'Unione europea nell'ambito della politica sanitaria nel quadro dei trattati esistenti. Le disposizioni sanitarie dei trattati sono ancora ampiamente sottoutilizzate per quanto riguarda gli obiettivi che potrebbero essere raggiunti. L'Unione ha poteri che permetterebbero di intraprendere azioni più incisive rispetto a quelle adottate finora. Ad esempio, l'uso della direttiva sull'assistenza sanitaria transfrontaliera, che rientra nell'ambito della libera prestazione di servizi e che mira al ravvicinamento delle disposizioni legislative, dovrebbe essere più efficace per eliminare gli ostacoli esistenti per la fornitura di servizi sanitari transfrontalieri.

È ampiamente riconosciuto, ad esempio, che l'accesso all'assistenza sanitaria transfrontaliera e un rafforzamento del coordinamento e della promozione delle migliori pratiche tra gli Stati membri possono apportare notevoli benefici.

D'altro canto, sappiamo che la maggior parte delle risorse finanziarie per i sistemi sanitari continuano a essere a livello degli Stati membri e che molte competenze sono esercitate da questi ultimi. Una politica sanitaria europea ambiziosa dovrebbe rispettare tale aspetto e non creare aspettative che non potranno mai essere soddisfatte. Non tutti i progetti sanitari possono essere finanziati da un programma sanitario europeo più ampio e non tutte le buone idee possono essere realizzate a livello europeo secondo il principio di sussidiarietà. Siamo tuttavia determinati a lavorare per una politica sanitaria europea molto più forte e a promuovere tutte le necessarie azioni con un chiaro valore aggiunto europeo volte, fra l'altro, a ridurre la frammentazione del mercato interno per i servizi sanitari.

La nostra Europa è costruita sulla sussidiarietà e sulla solidarietà. A titolo esemplificativo, ogni regione sa molto meglio di Bruxelles dove e come gestire un ospedale o un centro medico sul proprio territorio. La politica nazionale dispone delle conoscenze per organizzare al meglio l'assistenza medica e il sistema sanitario. Tuttavia, quando si tratta di minacce transfrontaliere che possono essere superate unicamente attraverso un'azione congiunta, della regolamentazione dei prodotti del mercato interno comune che favoriscono l'innovazione e riducono i rischi per la salute, dell'assistenza sanitaria transfrontaliera e di molti altri ambiti, l'Europa rappresenta la soluzione migliore. Il nostro intervento non deve essere limitato a un unico livello: pensiamo e agiamo su diversi livelli. Poniamo soltanto le esigenze delle persone al centro del nostro intervento e crediamo fermamente in un'Europa della sussidiarietà e della solidarietà migliore e più resiliente.

Quando la pandemia ci ha colpiti, la mancanza di un'azione coordinata a livello di UE ha causato problemi concreti nelle fasi iniziali, come la chiusura dei confini interni e la paralisi del mercato interno, con una circolazione estremamente difficile dei beni essenziali, compresi i prodotti medici. Per questo auspichiamo che si possano trarre utili insegnamenti da quanto accaduto e che sia adottato un approccio più coordinato che attribuisca all'UE competenze tangibili ed efficaci e che tali insegnamenti offrano agli Stati membri un valore aggiunto europeo nella gestione delle crisi attuali e future.

Il Parlamento europeo ha posto in evidenza come la pandemia non conosca confini o ideologie e richieda la cooperazione e la solidarietà dell'intera comunità internazionale nonché il potenziamento del sistema delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in particolare. Il Gruppo PPE ritiene che tutte le parti interessate, compresa Taiwan, dovrebbero partecipare alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell'OMS, in particolare durante una crisi sanitaria pubblica globale.

3. Nuove realtà

Le tendenze demografiche, le sfide climatiche, l'accesso all'innovazione, un migliore accesso alle cure per tutti, l'elevata prevalenza delle malattie croniche, la digitalizzazione (sanità elettronica) e la sostenibilità dei sistemi sanitari hanno già aumentato l'attenzione rivolta alla politica sanitaria a livello di UE. Tali sfide richiedono una risposta coordinata a livello di Unione, dato che sono comuni a tutti gli Stati membri e non conoscono confini.

Queste tendenze sono destinate a durare e non faranno che accelerare i cambiamenti in atto relativi alla la politica sanitaria. Dobbiamo tenere conto del divario sanitario a livello sociale e geografico e garantire la parità di accesso a un'assistenza sanitaria di elevata qualità in tutta Europa.

Di recente, nelle raccomandazioni agli Stati membri dell'ultimo semestre europeo, la Commissione europea ha espresso preoccupazioni in merito alla resilienza immediata e a lungo termine dei sistemi sanitari nazionali nella gestione di future emergenze, riconoscendo che la pandemia del COVID-19 ha evidenziato problemi strutturali pre-esistenti riguardanti l'accessibilità, l'efficacia e la resilienza dei sistemi sanitari nazionali. Tra questi figurano il finanziamento insufficiente della sanità, nonché la debolezza e lo scarso coordinamento dell'assistenza sanitaria primaria.

La crisi ha altresì evidenziato l'importanza di adottare politiche sanitarie fondate su fatti comprovati e ciò vale sia per le iniziative riguardanti le cure che per la prevenzione. Le misure preventive dovrebbero essere proporzionate e garantire i migliori risultati in termini di salute.

4. COVID-19, ultima chiamata per il cambiamento

Il COVID-19 ci ha costretti ad adottare misure di confinamento senza precedenti per proteggere le nostre comunità e ha sottoposto i nostri sistemi sanitari a fortissime pressioni.

Il Gruppo PPE è grato a tutti i lavoratori in prima linea: medici e infermieri, prestatori di assistenza e addetti alle pulizie e le rispettive famiglie.

Nonostante il numero impressionante di morti e la mancanza di coordinamento, sono stati ottenuti risultati importanti: l'EMA ha accelerato la procedura di approvazione per i vaccini e i farmaci, la Commissione europea sta finanziando oltre 100 gruppi di ricerca in tutta Europa, compresi i primi studi clinici sul vaccino contro il COVID-19 nell'Unione europea. Abbiamo reagito in modo flessibile e abbiamo mobilitato tutte le risorse di bilancio rimanenti per far fronte alla crisi. Il Parlamento europeo ha approvato una modifica temporanea del regolamento sui dispositivi medici in meno di due settimane dopo la proposta della Commissione, al fine di ridurre al minimo gli eventuali ostacoli alla fornitura di dispositivi essenziali nel mercato interno durante l'attuale pandemia. La Commissione europea ha elaborato orientamenti e concesso il sostegno finanziario per il trattamento dei pazienti affetti dal COVID-19 in altri Stati membri nel momento in cui le capacità di gestione nazionale non erano sufficienti e ha mobilitato due meccanismi (rescEU e appalto congiunto) per fornire più attrezzature agli Stati membri in maggiori difficoltà. Da ultimo, ma non meno importante, l'Unione europea ha unito le forze con i partner globali per avviare uno sforzo comune: la risposta globale al coronavirus. Infine, il Gruppo accoglie con ampio favore la strategia vaccinale dell'UE adottata dalla Commissione europea e si impegnerà a garantirne la rapida attuazione.

Tuttavia concordiamo tutti sul fatto che ciò non è sufficiente. È necessario intensificare notevolmente gli sforzi per superare questa grave crisi e per essere preparati meglio a eventuali crisi future.

Il Gruppo PPE crede fermamente che l'Europa potrà superare questa crisi soltanto se la famiglia europea agirà di concerto, nel segno della solidarietà e della responsabilità. Abbiamo tutti un ruolo da svolgere. Prendendoci cura gli uni degli altri. Fidandoci reciprocamente. Mantenendo le distanze per proteggere le persone vulnerabili.

L'allentamento di alcune delle restrizioni imposte per il COVID-19 è giustificato per consentire la ripresa dell'attività economica e della vita sociale, ivi compreso il ritorno a scuola ove possibile. Tuttavia, il Gruppo è estremamente preoccupato che la revoca troppo rapida delle misure potrebbe portare a una seconda ondata del virus, che metterebbe alla prova i nostri sistemi sanitari con un numero crescente di pazienti COVID-19 ospedalizzati e sofferenze per gli operatori sanitari e le loro famiglie. Molte persone stanno morendo molto prima di quanto sarebbe normalmente accaduto e gli operatori sanitari sono spinti al limite, dal punto di vista fisico e mentale. La revoca delle misure di contenimento dovrebbe avvenire gradualmente, con il coordinamento a livello europeo, e con la rigorosa attuazione del distanziamento sociale, l'uso dei dispositivi di protezione personale, test generalizzati e il tracciamento dei contatti. L'UE e gli Stati membri devono essere pronti a reintrodurre le restrizioni, su base regionale, laddove ciò sia ritenuto necessario dagli operatori sanitari pubblici.

La realtà ha dimostrato che non è possibile superare la crisi agendo separatamente, né contrapponendo le competenze nazionali a quelle europee. Dalla crisi si può uscire soltanto collaborando.

5. Invito del Gruppo PPE ad agire

Mentre si stanno adottando strategie per l'uscita dalla crisi del COVID-19 e per la ripresa economica e sociale, il Gruppo PPE ha avviato un'ampia riflessione sui primi insegnamenti da trarre dalla pandemia, ponendo la politica sanitaria in cima alle priorità, massimizzando i risultati che possono essere ottenuti nell'ambito dell'attuale quadro istituzionale:

  1. Il Gruppo PPE sostiene con forza l'approccio "salute in tutte le politiche" (HIAP) e la sua piena attuazione come risposta alla natura intersettoriale della salute pubblica e mira a realizzare l'integrazione orizzontale degli aspetti sanitari in tutte le politiche pertinenti, come l'agricoltura, i trasporti, il commercio internazionale, la ricerca, l'ambiente e il clima;
  2. Il nuovo QFP dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla salute quale priorità assoluta in tutte le linee di bilancio correlate, dai fondi strutturali al FSE e alla ricerca. Il Gruppo PPE accoglie con favore la proposta di creare EU4Health e sostiene un programma solido e ambizioso, indipendente e finanziato in modo più adeguato, che sia in grado di affrontare eventuali pandemie e minacce sanitarie future. Il programma affronterà altresì le sfide legate all'invecchiamento della popolazione e alla prevenzione delle malattie, promuoverà uno stile di vita sano in un ambiente salubre e non tossico, preparerà i nostri sistemi sanitari per le tecnologie emergenti e garantirà l'alfabetizzazione sanitaria. Il Gruppo PPE osserva che la politica di coesione dell'UE sarà inoltre uno degli strumenti utilizzati per far fronte alle conseguenze della crisi ed esorta la Commissione a dare maggiore priorità alla sanità nel quadro della politica di coesione, dato che sono necessari investimenti per garantire la parità di accesso alle strutture sanitarie in tutta Europa; intende inoltre adoperarsi per un rapido accordo sulla proposta della Commissione e su una sua rapida attuazione;
  3. Il Gruppo PPE chiede l'istituzione di un fondo specifico dell'UE volto ad aiutare gli Stati membri a rafforzare le rispettive infrastrutture ospedaliere e i rispettivi servizi sanitari, garantendo più elevati standard di assistenza sanitaria, cura, ricerca sulle scienze della salute e innovazione. Il Gruppo PPE chiede l'istituzione di una rete europea di ospedali specializzati in pandemie in ciascuna regione dell'UE, al fine di evitare il sovraffollamento degli ospedali. L'ambito di competenza di tale struttura specializzata dovrebbe includere l'assistenza sanitaria, la ricerca e la promozione dello scambio delle migliori prassi;
  4. La ricerca sanitaria (dalla ricerca fondamentale a quella traslazionale) è essenziale per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie. La ricerca in ambito sanitario in Europa appare tuttavia estremamente frammentaria. Sono auspicabili maggiori sinergie tra le ricerche condotte negli Stati membri. È altresì necessaria un'azione vigorosa a livello di dati sulla ricerca sanitaria. Il Gruppo sottolinea il fatto che la ricerca clinica deve includere anche un approccio equilibrato rispetto al genere per valutare come i potenziali vaccini o le cure possano avere effetti diversi su uomini e donne. Il Gruppo PPE sostiene l'istituzione di una rete accademica sanitaria dell'UE nel quadro del piano sanitario globale europeo, in cui almeno un ospedale (universitario) per Stato membro svolgerà la funzione di polo nazionale di diffusione della ricerca e della formazione sanitaria all'avanguardia. Tale rete dovrebbe comprendere, su base obbligatoria e regolare, la condivisione delle informazioni, l'apprendimento delle migliori pratiche e lo scambio di personale. La rete sarà cruciale per superare la frammentazione della ricerca sanitaria in Europa, promuovendo maggiori sinergie e la cooperazione nell'ambito della ricerca a livello di Stati membri e migliorando l'uso condiviso delle risorse tecnologiche e infrastrutturali da parte della comunità di ricerca biomedica. Essa dovrebbe altresì garantire ai cittadini l'accesso alle informazioni riguardanti gli ambiti medici in cui gli Stati membri sono specializzati e le malattie nuove ed emergenti;
  5. Alcuni Stati membri si sono dimostrati solidali garantendo il trasferimento transfrontaliero dei pazienti in ospedali di altri Stati membri con capacità di cura sufficienti, nonché la mobilità transfrontaliera degli operatori sanitari che, attraverso la direttiva sulle qualifiche professionali, ha dimostrato di essere uno dei cardini del principio di libera circolazione, anche durante la crisi. Il Gruppo PPE sostiene il rafforzamento di tale strumento con i suoi orientamenti. Promuove altresì l'ulteriore coordinamento delle strutture sanitarie per alleviare temporaneamente la pressione sulle strutture più sovraffollate. È imperativo elaborare con urgenza un nuovo piano d'azione sul personale sanitario dell'UE, il quale scade nel 2020, che tenga conto dell'esperienza della pandemia per fornire agli operatori sanitari un nuovo quadro adeguato, strategico e operativo - anche nel contesto della loro mobilità transfrontaliera, che può essere fondamentale per le strutture in cui operano, soprattutto nelle situazioni di emergenza, compresa, fra l'altro, una pandemia. È necessario un migliore recepimento della direttiva sull'assistenza sanitaria transfrontaliera, soprattutto dopo che la giurisprudenza della CGUE ha chiarito i concetti principali di mobilità dei pazienti, procedure di rimborso e autorizzazione preventiva. A tale proposito, andrebbero sfruttate meglio le potenzialità delle reti europee di riferimento attraverso un funzionamento più efficiente e gli Stati membri dovrebbero prevedere un sistema semplificato e più chiaro di autorizzazione preventiva;
  6. Gli Stati membri e le regioni frontaliere dovrebbero intensificare la cooperazione transfrontaliera in ambito sanitario in modo efficiente e sostenibile sotto il profilo finanziario senza ostacoli amministrativi, anche assicurando l'accesso a servizi di qualità sui due lati del confine prossimo al luogo di residenza dei pazienti nella regione frontaliera. Andrebbero promossi gli accordi interospedalieri, che consentirebbero la prestazione di servizi di emergenza oltre confine in caso di richieste urgenti per salvare vite umane;
  7. La nuova epidemia di COVID-19 ha evidenziato che quando si tratta di vaccini e terapie, è necessario rafforzare ulteriormente il sostegno di bilancio per coordinare gli sforzi nell'ambito della ricerca e della scienza e per semplificare ulteriormente il sistema di approvazione per farmaci o vaccini senza pregiudicare la sicurezza sanitaria. Sosterremo sempre il progresso tecnologico nello sviluppo di vaccini e terapie. Alla luce di tale approccio, siamo pronti ad accettare una certa flessibilità normativa ove richiesta nei momenti di crisi, al fine di consentire lo svolgimento urgente e sicuro delle sperimentazioni cliniche. Pur nel rispetto del principio di precauzione, lo sviluppo di vaccini e terapie non deve essere ostacolato da uno scetticismo infondato rispetto a determinate tecniche. Dobbiamo compiere qualunque sforzo per svilupparle e produrle nell'UE e renderle disponibili e accessibili a livello globale, utilizzando l'appalto pubblico congiunto a livello di Unione per la loro distribuzione ai cittadini europei. Contiamo sul dialogo e la cooperazione, ma se un vaccino dovesse essere sviluppato prima al di fuori dell'Europa e gli altri non saranno disposti a condividerlo con noi, abbiamo anche un piano di riserva. A titolo esemplificativo, è giuridicamente possibile scegliere le licenze obbligatorie, ma gli Stati membri dovrebbero farlo di comune accordo. La Commissione europea, e non i singoli Paesi, dovrebbe essere responsabile della procedura e del coordinamento a livello di Unione. Dovrebbe essere inoltre considerata l'adozione di misure commerciali per garantire che i farmaci e i vaccini siano disponibili per tutti, nell'UE e al di fuori di essa. Le procedure di appalto congiunto per le attrezzature mediche attuate dalla Commissione europea si sono dimostrate efficaci nella situazione di crisi e, di conseguenza, dovrebbero essere ulteriormente estese ai farmaci e ai dispositivi medici. Nonostante tutti gli sforzi dedicati alla ricerca e agli studi clinici sui vaccini, è importante sottolineare che anche i farmaci antivirali sono fondamentali;
  8. Per il futuro, dovremmo fare riferimento a modelli di partenariato pubblico-privato simili all'Autorità statunitense per la ricerca e lo sviluppo avanzati in campo biomedico, che dovrebbero essere istituiti nell'UE al fine di reagire più rapidamente nel caso di una crisi analoga;
  9. La resistenza antimicrobica rappresenta una grave minaccia sanitaria globale e un serio rischio per il benessere dei cittadini europei che metterà alla prova i sistemi sanitari e le società in Europa. Secondo i dati dell'OMS, 33 000 persone muoiono ogni anno in Europa perché gli antibiotici non sono più efficaci. Il Gruppo PPE si adopererà per farne una priorità assoluta della politica sanitaria europea, anche destinando più fondi per la ricerca tanto necessaria in tale ambito. Sosteniamo pertanto la rigorosa attuazione della normativa europea in ambito veterinario. Oltre al monitoraggio, sosteniamo l'introduzione di criteri di riferimento e la costante riduzione dell'utilizzo di antibiotici in campo veterinario, nel quadro dell'approccio "One Health". Siamo altresì convinti che debba essere ridotto l'utilizzo di antibiotici negli esseri umani. Gli Stati membri devono adottare misure urgenti in modo che gli antibiotici per uso umano siano prescritti con prudenza e l'igiene negli ospedali sia migliorata. Chiediamo alla Commissione di esaminare le opzioni giuridiche previste dalla legislazione europea, qualora gli Stati membri non agiscano in modo appropriato. Riteniamo che una delle principali priorità sia la definizione di un quadro volto a promuovere l'innovazione per nuovi antibiotici, poiché sul mercato vi è l'urgente bisogno di nuovi prodotti per i pazienti. Anche nel quadro di uno scenario di un uso prudente, avremo bisogno di nuovi principi attivi se non vogliano ritrovarci in una situazione in cui nessun antibiotico sarà efficace, aprendo un'era post-antibiotica. L'industria farmaceutica non ha attualmente interesse a investire in questo ambito, dato che, per buone ragioni, i nuovi antibiotici introdotti sul mercato avranno un uso limitato. Ecco perché sono necessari incentivi analoghi a quelli per i farmaci orfani o per uso pediatrico o nuovi incentivi innovativi;
  10. Una delle misure più efficaci per garantire il successo di un piano sanitario globale europeo è rappresentata dalla promozione della prevenzione; in base a tale priorità, promuoviamo l'istituzione di un calendario europeo uniforme e coerente per le vaccinazioni di bambini, anziani e gruppi di cittadini europei vulnerabili;
  11. Industria europea: il Gruppo PPE sostiene la promozione di imprese di dimensione europea, incentivando l'innovazione e la produzione nell'UE, riducendo la dipendenza dell'Unione da Paesi terzi attraverso la diversificazione delle catene di approvvigionamento, della capacità manifatturiera per la realizzazione di questi prodotti, segnatamente gel igienizzanti, ventilatori e dispositivi di protezione, nonché attraverso l'unione e il coordinamento delle capacità di produzione digitali, come la stampa in 3D, che possono contribuire alla produzione dei dispositivi necessari; ribadisce la necessità di perseguire una politica commerciale dell'UE incentrata su un'autonomia strategica aperta a sostegno della diversificazione e della resilienza nelle catene di approvvigionamento, basata su un sistema commerciale multilaterale aperto e regolamentato, al fine di garantire la disponibilità globale dei prodotti medici, e integrata da un fondo strategico di diversificazione della catena di approvvigionamento per sostenere attivamente le imprese europee; incoraggia tutti i paesi a sottoscrivere l'accordo dell'OMC sull'eliminazione dei dazi sui medicinali e a estenderne il campo di applicazione a tutti i prodotti farmaceutici e medicinali. Il Gruppo PPE ritiene che l'UE debba mantenere un sistema europeo di proprietà intellettuale solido per promuovere la ricerca e lo sviluppo e la produzione in Europa, onde garantire che l'Europa rimanga una forza di innovazione e leader a livello mondiale;
  12. Un'industria sanitaria europea prospera e tecnicamente avanzata e una comunità di ricerca competitiva sono di interesse vitale. Ciò richiede un quadro normativo chiaro e ambizioso per le imprese europee nonché risorse dedicate per la ricerca scientifica e medica;
  13. Il Gruppo PPE ritiene che l'UE dovrebbe avere una capacità di risposta rapida che le consenta di reagire in modo coordinato alle più importanti minacce sanitarie, soprattutto in caso di pandemie che si diffondono più facilmente in un continente fondato sulla libertà di movimento e circolazione. La situazione vissuta durante la prima parte del blocco imposto per il COVID-19, in cui i beni essenziali, compresi i dispositivi di protezione e medici, erano bloccati a livello nazionale o non potevano circolare nel mercato interno, non si dovrebbe ripetere. Il Gruppo PPE chiede di avviare un "piano d'azione per l'autonomia sanitaria" per produrre e immagazzinare, in quantità sufficienti, prodotti medici e farmaceutici critici/essenziali e importanti dispositivi sanitari nell'UE, in modo da non dipendere da fornitori esterni. Per rafforzare la capacità di risposta dell'UE e degli Stati membri alle emergenze sanitarie, il Gruppo PPE propone una revisione e l'aggiornamento del sistema giuridico europeo per le emergenze sanitarie sulla base dell'attuale esperienza con la pandemia. Attraverso un sistema di informazione e reazione rapida, ciascuno Stato membro potrebbe informare direttamente e senza indugio gli altri Stati in merito alla carenza di farmaci essenziali, attivando in tal modo un meccanismo di localizzazione di scorte sufficienti;
  14. La carenza di medicinali è una minaccia sempre più pressante per la salute dei cittadini e per i sistemi sanitari europei. L'UE e gli Stati membri devono agire con risolutezza per prevenire tali carenze e mitigarne gli effetti. In relazione ai problemi legati al cambiamento delle fonti di approvvigionamento, la situazione associata al coronavirus ha evidenziato una certa vulnerabilità dell'attuale sistema europeo di approvvigionamento dei prodotti medici e dei principi attivi al di fuori dell'Europa. È importante intraprendere azioni per un dialogo migliore e a più lungo termine tra le autorità di regolamentazione e l'industria a tal proposito, assicurando una migliore condivisione dei dati e proiezioni più tempestive su dove si possono verificare carenze in futuro. Il Gruppo PPE chiede un maggiore coordinamento e una più efficace condivisione delle informazioni a livello europeo per risolvere il problema. Insiste sulla promozione della diversificazione delle fonti e delle catene di approvvigionamento, al fine di garantire la disponibilità e l'accessibilità dei farmaci e delle attrezzature mediche. L'Europa deve elaborare immediatamente un piano d'azione per far fronte al problema delle carenze di farmaci essenziali/salvavita, creando scorte strategiche di medicinali e attrezzature mediche ed evitare perturbazioni interne ed esterne del mercato unico in tempo di crisi. Il Gruppo chiede una maggiore trasparenza della catena di produzione e distribuzione dei prodotti medici e la creazione di un'unità europea di gestione e prevenzione delle crisi. È nostro dovere assicurare gli approvvigionamenti nell'interesse dei pazienti e per tale motivo il criterio del prezzo non dovrebbe più essere decisivo per i bandi di gara, ma dovrebbe essere integrato da criteri qualitativi quali il numero di stabilimenti, i luoghi di produzione, la conformità con gli standard sociali, ambientali, elettronici e qualitativi;
  15. Il Gruppo PPE invita a rivolgere maggiore attenzione alla salute nel quadro del programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche (PEPIC), attualmente incentrato sui trasporti e l'energia, al fine di individuare e designare infrastrutture sanitarie europee critiche e rafforzare il ruolo della Commissione a favore della protezione delle infrastrutture sanitarie critiche negli Stati membri. Pertanto, insiste fermamente sul fatto che il filone tematico nel quadro di EU4Health sostenga gli investimenti in infrastrutture sanitarie, strumenti, strutture, processi e capacità di laboratorio fondamentali, inclusi gli strumenti per la vigilanza, la modellazione, le previsioni, la prevenzione e la gestione delle epidemie. Il Gruppo PPE sostiene l'avvio di una nuova strategia farmaceutica che trasformi, fra l'altro, il piano d'azione europeo per l'autonomia sanitaria in un approccio permanente, volto a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di medicinali e a ridurre la dipendenza dell'UE da Paesi terzi per la fornitura di farmaci essenziali e materiale medico, anche semplificando le procedure senza compromettere la sicurezza e l'efficacia, tenendo conto delle sfide relative alla sostenibilità dei sistemi sanitari; la nuova strategia farmaceutica dovrà essere coordinata con la nuova strategia industriale elaborata dalla Commissione europea e andrà adottato un approccio coordinato per creare un'autentica Unione europea della salute;
  16. Per programmare una migliore risposta alla pandemia da parte dell'Europa e rendere più efficace la gestione del nuovo programma EU4Health, il Gruppo PPE sostiene il rafforzamento Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e la trasformazione in un'Agenzia europea per la salute a pieno titolo, compreso il sistema di allarme rapido e di risposta, con un'unica autorità ECDC in ciascuno Stato membro e la comunità scientifica incaricata di attuare le misure transfrontaliere e coordinare la risposta europea alla pandemia e la capacità di agire quale centro di coordinamento per la salute pubblica. Accanto alle capacità di risposta epidemiologica, l'ECDC rafforzato dovrebbe prevedere un approccio più olistico e includere economisti e specialisti in scienze sociali per l'elaborazione di strategie e di analisi sanitarie sequenziali per mitigare una minaccia o una crisi epidemiologica. Chiede inoltre una valutazione urgente della direttiva europea sulle minacce sanitarie transfrontaliere ed esorta la Commissione a proporre quanto prima i cambiamenti ritenuti necessari. Per sostenere un approccio più coerente nella risposta alla pandemia, si chiede alla Commissione di considerare l'idea di un regolamento piuttosto che di una direttiva e di verificare se ciò sia in linea con il trattato. Il Gruppo PPE ritiene altresì che l'autorità dell'EMA dovrebbe essere per prevenire e monitorare la carenza di farmaci;
  17. Soluzioni digitali come eHealth migliorano il ciclo di vita di tutti gli aspetti correlati alla salute, dalla prevenzione alla diagnosi, fino alla cura. Il Gruppo PPE sostiene l'uso dell'IA, dell'analisi dei dati e di altri strumenti di supercalcolo come la creazione di una piattaforma europea per i dati sanitari e di un centro dati dell'UE per il coordinamento di emergenza, che consenta all'UE di raccogliere i dati e favorire l'accettazione clinica, identificare i modelli comportamentali, i flussi di persone e di prodotti vitali e condurre analisi predittive. Incoraggia inoltre la creazione di un registro elettronico dei pazienti e l'interconnettività tra gli Stati membri in tale ambito, nonché l'elaborazione di norme comuni dell'UE per la raccolta e l'analisi dei dati, al fine di realizzare una banca dati comune. Ritiene che l'ulteriore sviluppo di un quadro per le applicazioni eHealth e mHealth dovrebbe basarsi sulla loro affidabilità, la protezione dei dati personali e la promozione dell'alfabetizzazione digitale in ambito sanitario nell'UE. I dati sono anche utili per il processo decisionale, per l'imaging medicale, la politica basata su fatti comprovati, il sostegno agli studi clinici, la ricerca e la prevenzione e previsione delle pandemie. Il Gruppo PPE crede tuttavia nell'importanza dell'etica e nell'esigenza di rispettare la vita privata, la sicurezza e la fiducia nella condivisione dei dati personali. Le persone devono sentirsi sicure e il valore aggiunto dell'assistenza sanitaria e delle cure innovative diventerà personalizzato (ad es. utilizzando le informazioni genetiche personali). L'utilizzo delle applicazioni dovrebbe essere incoraggiato, su base volontaria in un sistema di archiviazione decentrato;
  18. All'interno dell'UE esistono importanti differenze tra i sistemi sanitari in termini di disponibilità di professionisti del settore medico. Ciò si traduce in un ridotto accesso all'assistenza sanitaria, lunghe liste di attesa per i pazienti, minore resilienza dei sistemi sanitari e peggioramento delle condizioni sanitarie della popolazione nelle regioni interessate dalla carenza di personale sanitario. L'UE dovrebbe adottare misure atte ad attenuare l'impatto di tali disparità per garantire che vi sia un numero adeguato di operatori sanitari in tutta l'Unione. L'Unione europea si affida anche a operatori sanitari provenienti da Paesi terzi, il che può incidere sui sistemi sanitari dei Paesi d'origine.
  19. Attualmente, oltre 30 milioni di europei convivono con una malattia rara e trascurata, con poche informazioni sulla propria malattia e sui propri diritti, poche cure e un livello elevato di vulnerabilità psicologica, sociale ed economica. Le malattie rare e trascurate non conoscono confini. La cooperazione e il coordinamento europei nell'ambito delle malattie rare e trascurate sono essenziali per consentire ai pazienti di avere accesso alle migliori competenze disponibili, indipendentemente dallo Stato membro di origine. L'elaborazione di soluzioni locali e transfrontaliere per le persone che convivono con una malattia rara e per i loro famigliari è di estrema importanza per migliorare la loro qualità della vita vicino a casa. È pertanto necessario sostenere un accesso agevole alle competenze migliori disponibili per i pazienti che convivono con malattie rare e trascurate attraverso la creazione di reti europee e norme chiare per il rimborso nel contesto transfrontaliero. Sono altresì necessari ulteriori investimenti nella ricerca sulle malattie trascurate, per le quali spesso non vi sono cure o diagnosi disponibili. Dobbiamo stanziare risorse sufficienti per la ricerca biomedica su queste malattie, al fine di realizzare test diagnostici, studi clinici e cure efficaci;
  20. Le conseguenze psicologiche del COVID-19 sono evidenziate in numerosi rapporti e studi. Persone di tutte le età hanno subito gli effetti dell'isolamento sociale imposto per periodi prolungati per frenare la diffusione del virus. Gli operatori sanitari si trovano a gestire maggiori livelli di stress legati alla necessità di prestare cure ai pazienti affetti dal COVID-19, convivendo con la preoccupazione per la propria salute e quella dei propri famigliari. Il Gruppo PPE chiede alla Commissione europea di elaborare un piano d'azione europeo per il periodo 2021-2027 sulla salute mentale nell'UE per affrontare l'importante problema dei disturbi mentali nella società. Il piano d'azione dovrebbe includere una campagna di sensibilizzazione sull'importanza della salute mentale e prevedere una campagna che informi i cittadini su come salvaguardare la propria salute mentale in queste nuove circostanze e suggerisca loro a chi rivolgersi per ottenere aiuto in caso di bisogno;
  21. Sono necessarie misure urgenti per far fronte alle esigenze sanitarie e di assistenza degli anziani. Il fatto che un numero estremamente alto di anziani sia morto per il COVID-19 nelle case di cura richiede una revisione urgente dell'erogazione dei servizi di assistenza. Sostiene il diritto degli anziani di compiere scelte in merito alla loro assistenza, compresa la possibilità di continuare a vivere nella propria casa con il sostegno a domicilio o di essere trasferiti in case di cura di buon livello, ove necessario. Il Gruppo PPE chiede un piano d'azione che consenta di invecchiare in buona salute al fine di migliorare la qualità della vita degli anziani, inclusa la fornitura di assistenza sanitaria di buon livello. Chiede l'adozione di una strategia europea per i prestatori di assistenza, in considerazione dell'impatto sociale associato ai cambiamenti e alla perdita di posti di lavoro, in particolare per coloro che hanno responsabilità di assistenza, che sono in stragrande maggioranza donne. Detta strategia europea per i prestatori di assistenza potrebbe tenere conto delle differenze nella prestazione di assistenza negli Stati membri e fornire i finanziamenti per le infrastrutture critiche, garantendo che sia i prestatori di assistenza che i beneficiari ricevano la dovuta considerazione nel contesto dell'assistenza sanitaria e della cura generale;
  22. Nel contesto del COVID-19, è importante che le altre malattie non vengano dimenticate. Il COVID-19 ha costretto le risorse mediche a concentrarsi sulla lotta alla pandemia, lasciando poco spazio ad altri problemi di natura medica e sanitaria. A tale proposito, chiediamo di intensificare gli sforzi e la cooperazione in merito a due importanti cause di morte nei paesi dell'UE: le malattie cardiovascolari e il cancro. È tuttavia essenziale rivolgere l'attenzione anche alle patologie croniche e al loro impatto in quanto malattie letali più silenziose sui pazienti e sul bilancio della sanità pubblica. Il coronavirus si è dimostrato estremamente pericoloso per i pazienti a rischio, ossia le persone affette da diabete, obesità e i cittadini con diagnosi multiple che spesso devono fare i conti con la presenza di una combinazione di più malattie. La ricerca scientifica dovrebbe concentrarsi sulla definizione di percorsi terapeutici per queste e altre malattie in grado di cambiare la vita. Investimenti continui nella scienza per il trattamento di varie malattie sono essenziali per mantenere sistemi sanitari moderni e sicuri;
  23. Ogni anno il cancro uccide 9 milioni di persone. Ogni famiglia in Europa deve fare i conti con questa patologia. Siamo lieti che la lotta al cancro, sulla cui priorità il Gruppo PPE ha insistito per quasi due anni, sia una preoccupazione condivisa dalla Commissione e dal Consiglio. Chiediamo un autentico piano generale contro il cancro, che unisca gli sforzi nella ricerca, le risorse e l'esperienza. Esiste un chiaro valore aggiunto europeo nella prevenzione precoce fino alla diagnosi, alle cure e all'assistenza, nonché nella promozione dei diritti dei pazienti sopravvissuti al cancro;
  24. Nel documento sulla posizione del Gruppo PPE sul cancro, si chiede l'attuazione della proposta sull'HTA (valutazione delle tecnologie sanitarie). È stata l'unica proposta in ambito sanitario presentata nel periodo di presidenza Juncker della Commissione e sarebbe un segnale estremamente negativo se l'Europa, dopo la crisi del coronavirus, non riuscisse a trovare un accordo in merito. È assolutamente necessario ridurre gli oneri amministrativi e aiutare i pazienti in modo più efficace. La proposta sull'HTA dovrebbe ricevere nuova attenzione in modo da migliorare la cooperazione sulla valutazione delle nuove terapie e ridurre la duplicazione delle procedure amministrative;
  25. Nonostante tutti gli sforzi per rafforzare il sistema di farmacovigilanza, sono necessari miglioramenti per quanto riguarda la sicurezza dei pazienti, in particolare la leggibilità dei foglietti illustrativi dei medicinali, che devono essere più chiari, leggibili e comprensibili per i pazienti. Il Gruppo PPE ritiene che i foglietti illustrativi dei medicinali dovrebbero essere più semplici con un riquadro in cui vengono sintetizzati le informazioni e gli effetti collaterali più importanti del farmaco. Tale sezione dovrebbe presentare una diversa veste grafica ed essere scritta con un linguaggio di facile comprensione;
  26. I gruppi di pazienti sono essenziali per rappresentare gli interessi dei pazienti onde garantire che i loro desideri ed esigenze siano ascoltati a livello europeo nel contesto dei procedimenti legislativi e di altre consultazioni. L'indipendenza finanziaria è fondamentale affinché i gruppi di pazienti possano svolgere la loro importante funzione e rappresentare i loro interessi senza il diretto sostegno dell'industria. Desideriamo assicurare che i gruppi di pazienti che partecipano al procedimento legislativo rappresentino realmente gli interessi dei loro pazienti e non dipendano dalle imprese per il sostegno finanziario;
  27. Salute e fiscalità: il Gruppo PPE sostiene con forza l'idea di incoraggiare la produzione e il consumo di prodotti agricoli europei che contribuiscono a uno stile di vita sano, esortando ad esempio gli Stati membri a utilizzare aliquote IVA più mirate, fra l'altro, per i prodotti ortofrutticoli;
  28. Salute, informazioni, trasparenza e disinformazione: le vaccinazioni sono essenziali per garantire una buona salute pubblica. L'introduzione delle vaccinazioni protettive su larga scala in Europa ha contribuito notevolmente all'eliminazione o al declino di molte malattie infettive ma le vaccinazioni sono vittime del loro stesso successo. Siamo preoccupati per la crescente titubanza rispetto alle vaccinazioni e sottolineiamo le relative possibili conseguenze per la salute. I programmi di istruzione e di sensibilizzazione rivestono un ruolo importante a livello di Stati membri e di Unione contro le informazioni fuorvianti riguardanti il contributo dei vaccini alla salute pubblica. Il Gruppo PPE invita pertanto ad avviare programmi di istruzione e campagne di comunicazione pubbliche a livello di UE, finanziati dal programma EU4Health, volti a evidenziare gli effetti positivi dei vaccini. La Commissione europea deve rafforzare ulteriormente il coordinamento delle politiche e dei programmi degli Stati membri. L'Unione europea dovrebbe fornire informazioni in misura più ampia e professionale sulle proprie azioni e i propri piani, in modo da migliorare la comprensione generale sul suo operato;
  29. Salute e cooperazione internazionale: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età rappresentano un fine fondamentale degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Oggi più che mai, la pandemia ha dimostrato al mondo che i paesi non possono combattere da soli un'emergenza globale e che sono necessari un ampio coordinamento, coerenza e solidarietà con le organizzazioni sanitarie globali internazionali nelle fasi di prevenzione, risposta e ripresa. Il Gruppo PPE chiede pertanto una cooperazione più forte, articolata e lungimirante con l'OMS e tutte le agenzie internazionali impegnate nel conseguimento dello sviluppo sostenibile, mettendo la sicurezza sanitaria al primo posto. La pandemia ha dimostrato l'importanza della solidarietà con i paesi vicini e in via di sviluppo per il rafforzamento dei loro sistemi sanitari. L'UE deve assicurare che le organizzazioni patrocinate svolgano attività conformi ai principi umanitari e che i finanziamenti non siano usati per promuovere concetti e pratiche che non rispettano i diritti umani riconosciuti a livello internazionale e la dignità e sono in contrasto con l'identità, il credo religioso, le tradizioni culturali, i valori e la vita delle comunità locali. Il Gruppo PPE suggerisce di organizzare un vertice europeo annuale sulla scienza pandemica, al fine di riunire l'industria farmaceutica, i responsabili decisionali e altri portatori di interessi pertinenti;
  30. Andrebbero prese in considerazione misure commerciali per garantire la disponibilità e il flusso ininterrotto, all'interno dell'UE e nel mondo, di medicinali, vaccini, dispositivi di protezione personale, dispositivi medici e relativi componenti necessari. L'UE dovrebbe garantire l'autonomia strategica e rafforzare la resilienza delle proprie catene di approvvigionamento, diversificando le importazioni dei principi attivi, dei prodotti medici e delle materie prime. L'UE dovrebbe rafforzare il controllo sugli investimenti esteri diretti per tutelare le industrie strategiche del settore sanitario da acquisizioni straniere. È importante continuare a salvaguardare il tradizionale impegno dell'UE rispetto al libero commercio e non ricorrere al protezionismo e al ritorno forzato della produzione farmaceutica nell'UE, in quanto esso non rappresenterebbe un'opzione efficiente dal punto di vista economico né sostenibile per i sistemi sanitari europei rispetto ad un approccio fondato sugli incentivi. Andrebbe tuttavia avviato un dialogo franco con i paesi terzi che ospitano la maggior parte della produzione europea di farmaci e principi attivi, al fine di garantire un approvvigionamento affidabile per i cittadini dell'Unione.

 

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